- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 03/12/2020

Dopo la svolta dance di “1990” e l’attitudine hippie e un pò punk di “1969” Achille Lauro conclude la personale esplorazione temporale con “1920”, breve album di otto brani pubblicato con la collaborazione dell’ Untouchable Band, guidata dal maestro Dino Plasmati.
Un progetto caratterizzato inevitabilmente da una proclività jazz e swing, che si apre con la cover di “My Funny Valentine” e prosegue con un doppio inedito: “Chicago”, dove l’artista espone tutti i cliché degli anni ’20 e “Pessima”, che descrive una love story travagliata dai contorni clandestini e che c’ha ricodato il Fred Buscaglione di “Eri Piccola”; subito dopo tocca alla collaborazione con Gigi D’Alessio nel rispettoso remake di “Tu vuò fà l’americano”, prima della doppia reinterpretazione di due brani dello stesso Lauro: “Cadillac 1920” e la più ritmata “Bvlgari black swing”, quest’ultima in collaborazione con i rapper Izi e Gemitaiz.
L’ultimo inedito contenuto in “1920” è anche il più intenso sotto l’aspetto sentimentale: in “Piccola Sophie” Lauro adagia le liriche su un arrangiamento delicato, che si sposa alla perfezione con il mood sottilmente malinconico che tutto il progetto vuole trasmettere.
Chiude “1920” il singolo attualmente in heavy rotation sulle radio: anche “Jingle Bell Rock” con l’amica Annalisa si lascia contaminare dalle sonorità vintage impresse in tutto il progetto, candidandosi ad essere uno dei brani più trasmessi del prossimo mese.
Ancora una volta l’artista romano si dimostra credibile e capace, oltre che artisticamente poliedrico: la creatività di Lauro è tangibile da tempo, ed ora più che mai ha raggiunto picchi di competenza che non snaturano il suo stile allusivamente provocante e corroborato da un linguaggio comunque attuale.
TRACCIA PREFERITA: PICCOLA SOPHIE
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