- per Antonio Contu'
- in Novità
- on 30/08/2023

Alessandro Antolini, noto come AGA, è un musicista originario della Romagna attivo da circa vent’anni. La sua musica è difficile da classificare: un mix unico di influenze, in cui è possibile percepire tracce di musica elettronica con una forte influenza della new wave e del rock alternativo italiano degli anni novanta.
Poche settimane fa è uscito “IMAGINE“, il suo terzo progetto discografico: abbiamo intervistato l’artista per comprenderne sfumature e particolarità, considerando anche i diversi omaggi contenuti all’interno.
Ciao Alessandro, benvenuto su Primo Ascolto.
“IMAGINE” è fuori da poco più di un mese, dunque possiamo già fare un primo bilancio: com’è stato accolto il progetto da pubblico e critica fino ad ora?
Il risultato fin qui ottenuto dal disco mi soddisfa molto. Lo stupore, la non facile catalogazione e sopratutto l’ascolto tutto d’un fiato sono stati i maggiori complimenti ricevuti. In ultimo, avendo già portato dal vivo in Italia ed all’estero il progetto, ho sentito una buona empatia ed una buona accoglienza con il pubblico.
Cos’ha ispirato la scelta del titolo per questo tuo terzo lavoro discografico?
Come sempre il vivere quotidiano influenzato da ricerche sonore che unendosi sviluppano un viaggio interiore ricco di suggestioni e appunto di immagini.
“IMAGINE” è un progetto piuttosto sui generis, difficilmente catalogabile in quei compartimenti stagni a cui spesso siamo purtroppo abituati con il mainstream. Cosa influenza maggiormente la musica di AGA?
L’istinto è alla base di tutto. Compongo tenendo distante tutto ciò che “funziona” o “non funziona” dando importanza al mio sentire e, ove possibile, cercando di tracciare nuove strade che riescano a stupire anche me.
Spesso gli artisti tendono, anche inconsciamente, a paragonare i propri lavori con quelli precedenti. Rispetto “R[Evolution]” e “DREAM ON” sei soddisfatto dell’evoluzione del tuo sound?
Più che di evoluzione parlerei di consapevolezza. Senz’ altro “IMAGINE” rimane un disco che durante il processo di composizione aveva già delle linee chiare per questo la sua gestazione è stata semplice. A differenza dei dischi precedenti sono riuscito a produrre per intero il suono che mi ero prefissato.
In questo progetto hai deciso di omaggiare due band del calibro di Joy Division e Small Jackets: cosa ti lega particolarmente a loro?
Per motivi differenti sono Band che hanno dato molto a me ed io volevo render loro omaggio portandoli al suono di AGA. Con gli Small Jackets sono legato da amicizia e sensibilità musicale mentre con i Joy Division dalle sonorità artigianali.
Ultima domanda, prima di salutarci: riuscirai in autunno a portare “IMAGINE” dal vivo?
Per ora ci sono accordi che presto svelerò. Come dicevo sopra sono contento di esser riuscito a portare il live in anteprima con alcune tappe in Italia ed all’estero.
Tags: AGA, intervista