- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 12/03/2021

“Meridionale” è il secondo disco di Aiello pubblicato lo scorso 12 marzo, a pochi giorni dell’esperienza sanremese che gli ha dato la possibilità di farsi ulteriormente conoscere dalla platea nazionale (peccato per la performance non perfetta della prima serata).
Il brano d’apertura “Intro (dove vanno a finire)” è un preludio a quello che andremo ad ascoltare durante tutto il disco: troveremo infatti inserti di chitarra accompagnati da suoni elettronici, il tutto ben amalgamato dal timbro particolare di Aiello che rende tutto molto più vivo, più intenso.
In “Che canzone siamo”, singolo che anticipa l’uscita di questo progetto, e in “Farfalle” l’artista narra di un amore finito, tra mancati chiarimenti e troppe situazioni lasciate in sospeso: l’utilizzo di due mood totalmente differenti garantisce a ciascun brano la sua unicità; in “Vienimi (a ballare)” la voglia di libertà e d’ esprimersi la fa da padrona, tanto da far risultare il brano quasi magico per l’ausilio di suoni arabeschi, ed anche in “La la la land” Aiello cerca di trasmettere un messaggio simile, questo volta utilizzando un ritornello e un bridge corale capace di creare un immaginario molto vicino alla pellicola che dà il nome a questa canzone.
“Ora” è la canzone scelta per esordire sul palco dell’Ariston, e rispetto alle altre è la traccia che rispetta di più i canoni radiofonici: è forse per questo che suona un pò “poco Aiello”, sia nel testo che nella musica.
Per concludere “Meridionale” è un disco profondamente orecchiabile che non stanca praticamente mai, con delle ottime variazioni dal punto di vista sonoro e gemmato dalle consuete estensioni vocali dell’artista; si avverte, in chiusura, la sensazione che manchi quel qualcosa per chiudere il cerchio aperto con il primo brano, e che avrebbe dato un valore più concettuale all’intero progetto.
TRACCIA PREFERITA: Che canzone siamo
Tags: aiello, Meridionale, recensione