- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 22/01/2021

Il quinto album in altrettanti anni d’attività conferma la spiccata verve creativa di Akes, artista romano che ha pubblicato lo scorso 21 gennaio il nuovo progetto inedito intitolato “Revolution”.
Un lavoro che esce dai canoni hip-hop più standardizzati, per andare ad abbracciare sonorità più estroverse: il risultato è un prodotto fortemente contaminato da digressioni EDM e tech-house, che si adattano perfettamente all’ immaginario che Akes ci vuole trasmettere.
Già, perché in “Revolution” l’artista compara le nostre esistenze con quelle dei computer, dunque progettati per eseguire ordini senza possibilità di replica: affioriranno inevitabili argomentazioni complottiste, che spesso invitano a reagire dai ricatti di un sistema infetto (e non è quello operativo…).
Akes per l’occasione propone un flow introverso e robotico, che si contestualizza perfettamente con lo spirito di “Revolution”; ci sarà spazio anche per episodi più melodici e simili ai suoi progetti passati, come ad esempio la sentimentale “Errore 404”.
A tratti ci ha ricordato lo stile di Myss Keta, anche nella ritmica del testo: “Revolution” è un progetto che non stravolge le peculiarità di Akes, ma anzi, dimostra il coraggio dell’artista oltre che un punto di vista condiviso da molti.
TRACCIA PREFERITA: Equilibrium
Tags: Akes, recensione, Revolution