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Alessandro Di Andrea – Sul fortunadrago [RECENSIONE]

Ci colpisce, fin da subito, la semplice complessità del giovane artista romano Alessandro Di Andrea, che grazie alla produzione musicale di ALTROVE ci porta dentro il suo mondo onirico e fantastico con il brano “Sul Fortunadrago”, coadiuvato da un sound prettamente indie pop che ci attira come una calamita nel tornado di emozioni che vuole trasmettere.

Sembra quasi una filastrocca, ma l’ascolto accurato del testo ci permette di individuare il vero senso del singolo: il cambiamento, nostro e di chi conosciamo come le nostre tasche, ma che improvvisamente non riusciamo più a comprendere. Un comportamento che non è più un libro aperto per noi, ma un file criptato del quale proviamo ad immaginare come sarebbe se si potesse tornare indietro nel tempo per individuare il momento in cui tutto si è incrinato, per tentare di cambiare le cose.

Il fortunadrago di Alessandro è lo strumento che usiamo ogni giorno per provare ad evadere da una realtà che spesso ci sta stretta e ci lega le ali, e allora voliamo con la fantasia e ci creiamo scenari in cui tutto è perfetto, spinti dalla voglia di immaginare una vita idilliaca come quelle che vediamo nei social. Ma cos’è veramente la felicità? “Un bicchiere di vino, con un panino” avrebbe risposto Al Bano: cose e situazioni semplici, piccole gioie quotidiane, condividere una passione, andare al concerto della nostra band preferita, piangere dopo un film che ci ha particolarmente toccato, riabbracciare un amico dopo tanto tempo. Non è semplice avere il cuore leggero come quando eravamo bambini per “noi che facciamo la guerra con i ricordi in galleria, noi che vediamo questa vita come se fosse un’apatia”, quando tutto quello che abbiamo davanti è un futuro incerto e nebuloso.
Ma ecco che, se siamo fortunati, possiamo rifugiarci di nuovo nel nostro fortino per cercare di prendere da tutti i ricordi felici che abbiamo la forza di salvare noi stessi e chi ci sta accanto.

Alessandro Di Andrea con la sua poeticità ci conquista già dalle prime note e ci parla della paura del futuro in modo melodico ed introspettivo: se ci dovessero chiedere se siamo felici di essere saliti “Sul Fortunadrago” risponderemmo senza indugi di sì.

 

TESTI
3.7/5
MUSICA
3.7/5
ORIGINALITA'
3.7/5

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