- per Antonio Contu'
- in Novità
- on 10/02/2022

Abbiamo intervistato pochi giorni fa Alfonso Cheng, poliedrico artista campano da tempo impegnato musicalmente su più fronti: già membro dei Fiori di Cadillac e fondatore dei Lamecca, il classe 1990 ha dato alla luce le prime opere da solista, completamente prodotte e registrate dallo stesso autore.
Ciao Alfonso, benvenuto su Primo Ascolto.
Il tuo debutto solista possiamo considerarlo un side-project, considerati i buoni riscontri ottenuti dalle release con i Lamecca: da dove nasce il tuo bisogno di un percorso parallelo?
Ciao! Questo triste bisogno di creare roba mia è nato nel primo lockdown. Ero arrivato a un certo punto di non ritorno, mangiavo due pizze a settimana, e guardavo le stesse serie a ripetizione.
Così mi sono fermato un attimo e ho iniziato a suonare, buttando giù un po’ di testi, le prime cose che mi venivano in mente. Scheda audio, pc, Logic, chitarra acustica (diventata poi elettrica), basso, synth e drum machine, ed è nato tutto. Fino ad arrivare a Novembre 2020, in cui ho preso il covid e ho festeggiato i miei 30 anni in stanza da solo: è lì che ho scritto i pezzi migliori del mio disco.
Nei due singoli da solista ad oggi disponibili spazi tra generi diversi ma senza una precisa collocazione: un po’ brit-pop e un pò post-grunge, con sonorità riconducibili a matrici indie e d’oltremanica oltre a tante digressioni elettroniche.
Quali sono le influenze artistiche che ti hanno portato a proporre questo tipo di musica?
Tra i miei artisti preferiti su Spotify ci sono: Glitterer, Slipper, Turnstile, spookyghostboy, Oliver Tree e Sparklehorse. Italiani: Soviet soviet, be forest, Visconti, Post Nebbia, Bartolini, Jesse the faccio e tanti altri..
Il passato conferisce una certa esperienza al tuo lato artistico, se consideriamo il numero di band in cui hai militato. Qual’è l’aneddoto più significativo che ti porti dietro dai tuoi trascorsi musicali?
Meeting del mare del 2015: alle tre di notte mi ritrovo in una jam session su un lido insieme a Roberta dei Verdena e altri musicisti, tutti ubriachi.
2010: dopo un concerto ad una giornata dell’arte con una mia vecchia band numetal, dopo essere sceso dal palco, 10 ragazzini mi chiesero la foto e l’autografo.
2013: Mi trovo a Napoli con un gruppo in procinto di fare una serata. Arriviamo al locale e il titolare del locale dice: “Serata? Ma qua non c’è nessuna serata stasera” e poco dopo scopriamo che il “direttore artistico”, che stava a Londra, non aveva confermato la serata al proprietario. Il proprietario del locale poi ci concede di fare la serata ma a patto di finire alle undici e senza cachet (Eravamo tre band) . Il locale si chiama Confusion Club ma penso non esista più da anni.
Poi ce ne sarebbero tanti altri da raccontare..
Domanda d’attualità: essendo cresciuto nell’era social, quanta importanza dai alla cura dei tuoi canali (Instagram, Facebook, ecc..)?
Sicuramente Instagram è il canale piu usato da tutti attualmente, ma da come potete vedere non ho creato nessuna pagina artista Facebook o Instagram, perché semplicemente… mi scoccio!
Ultima domanda, prima di salutarci: quali sono i tuoi personalissimi obbiettivi a lungo termine?
L’obiettivo piu importante è quello di dimagrire, perdere almeno 10 kg e ritornare in palestra per fine mese.
Tags: Alfonso Cheng, intervista
Una risposta.
Grande Cheng