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Alfonso Cheng: piccola miss (feat. Supernino) | Recensione | Primo Ascolto

Il singolo “piccola miss”, uscito lo scorso 14 ottobre per Manita Dischi, anticipa la pubblicazione del primissimo album di Alfonso Cheng, artista campano d’origine e con un nome d’arte che ci porta dritti in Oriente. In realtà, il sound proposto è tutt’altro rispetto a quanto possiate immaginarvi e, a tal proposito, “piccola miss” ne è il perfetto biglietto da visita.

Partendo dai presupposti del brano, che vede anche la collaborazione con il cantautore torinese Supernino, si tratta di una sorta di “lettera” alla propria partner. Qui, Alfonso le canta “let me get what i want” – “dammi quello che voglio” – a ripetizione nel ritornello, con un accento mezzo maccheronico che ben si inserisce nel quadro generale della canzone. Insomma, si può facilmente intuire cosa intendi dire l’artista alla propria compagna, per la quale, in cambio di ciò che desidera, si dice disposto a cambiare.

Fin qui tutto particolarmente comprensibile, ma è nel beat proposto che s’intravede tutto il meraviglioso potenziale di Alfonso Cheng. Un sound del genere, contorto in ogni suo piccolissimo dettaglio, non mi era mai capitato di ascoltarlo prima d’ora: synth a palla, chitarre distortissime e percussioni frenetiche stile “drum & bass” che, unite alle voci fortemente pitchate, creano un mood che spazia tra la musica elettronica da rave, il lo-fi e il post-punk, definito dallo stesso autore come “hypnagogic pop”.

Tutt’ora, non so ancora esattamente che cosa significhi questo termine, ma vi basta sapere che mi posso definire suo nuovo sostenitore. Suona tutto ancora molto sperimentale, quasi una “demo” a tratti nelle sue – volutissime – “sporche” imperfezioni, nel senso più che buono del termine. Quel che è certo, è che “piccola miss” è riuscita a crearmi un certo hype per l’imminente progetto di debutto di Alfondo Cheng, “FINFERLAND”, che stando all’enigmatico comunicato stampa rilasciato pare sempre più vicino.

TESTI
3/5
MUSICA
3.5/5
ORIGINALITA'
4/5

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