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Alla scoperta de “La Valle dell’Asso”, il lavoro più suggestivo di Carmine Tundo [INTERVISTA]

Tra i progetti rilasciati nelle ultime settimane che ci hanno sorpreso maggiormente annoveriamo senza alcun dubbio “La Valle dell’Asso“, il nuovo long play da solista di Carmine Tundo, noto principalmente per essere membro de La Municipàl.

Un lavoro capace di evocare atmosfere vintage ed un mood quasi fiabesco, in cui emerge tutta la verve (non solo) cantautorale di Tundo: lo abbiamo raggiunto per un’intervista, in cui ci ha raccontato la genesi dell’album e gli obbiettivi futuri del suo ricchissimo percorso discografico.

Buongiorno Carmine, benvenuto su Primo Ascolto. Pochi giorni fa hai rilasciato “La Valle dell’Asso”, il tuo quarto progetto solista: cosa ti ha spinto nel raccontare un immaginario così incontaminato e suggestivo? Per venti minuti abbondanti ci hai proiettato in un luogo che impatta fortemente con la frenesia dei giorni nostri….

È un desiderio che ho avuto sin da piccolo, sono cresciuto in campagna, vicino al “canale dell’Asso”, un piccolo canale nel cuore della provincia leccese, ed ho sempre immaginato storie fantastiche che accadevano in una sorta di contea immaginaria, e nell’ultimo anno ho avuto finalmente il tempo di dedicarmi a questo disco.

Nelle sonorità così come nelle liriche abbiamo percepito un’ispirazione quasi DeAndreiana, passaci il termine. Quanto sei legato al primo cantautorato nostrano e quanto pensi abbia influito nella realizzazione del progetto?

Ho tantissimo rispetto di quel tipo di espressione artistica, in qualche modo mi ha formato, anche inconsciamente, ma nella realizzazione del disco ho semplicemente seguito un flusso sonoro, di atmosfera, e sono partito da quelle suggestioni sonore per poi buttarci dentro le mie storie.

Il dialetto utilizzato ne “L’Arcangelu Gabriele” infonde un ulteriore senso d’appartenenza nei confronti del Salento: è un approccio che potresti riproporre anche nei lavori futuri?

È stata una grande sfida, fino all’ultimo ero indeciso se inserirlo o meno nel disco, perché ho sempre avuto un rapporto strano con il dialetto, ma mi sono divertito molto, poi è come scrivere in un’altra lingua e questo tipo di “Sfide” mi appassionano sempre.

Sono molti i progetti che hai deciso di portare avanti parallelamente a quello con La Municipàl: credi possa più derivare da una tua esigenza comunicativa o dalla necessità di tenerti fisicamente impegnato?

Nascono sicuramente da un’esigenza comunicativa, sono una persona complicata e quindi sto imparando a conoscermi attraverso le diverse sfumature dei progetti; inoltre la parte produttiva, essendo anche produttore dei miei dischi mi da la possibilità di lavorare costantemente senza tempi vuoti e questo mi rende più contento, avere poi a disposizione il mio studio di registrazione mi da modo di lavorarci 24 ore su 24.

Prima di salutarci ti chiedo: troverai il tempo di portare in giro “La Valle dell’Asso” o ti tufferai immediatamente nella realizzazione del quinto album de La Municipàl?

È prevista qualche data di presentazione e poi un sacco di date in Italia ed estero con Mundial (il mio altro progetto).

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