info@primoascolto.it

Anteporre il proprio piacere: Paolo Secchi ci spiega il suo rapporto con la musica [INTERVISTA]

Pochi giorni fa abbiamo intervistato il cantautore modenese Paolo Secchi, a seguito dell’uscita del suo nuovo singolo “Magari ritorno“.

Una piacevole chiacchierata, in cui l’artista ci ha raccontato il suo modo di concepire la musica: si è parlato del nuovo brano, delle sue influenze ma anche di alcuni aspetti più profondi, sempre strettamente legati al suo percorso discografico.


Ciao Paolo, benvenuto su Primo Ascolto.
È uscito pochi giorni fa “Magari Ritorno”, singolo che segna il tuo rentrèe sul mercato dopo oltre un anno d’ assenza.
Quanto è difficile, nel tuo caso, coniugare una passione tanto grande come quella per la musica con la vita privata e gli impegni lavorativi?

Diciamo che ultimamente la musica è tornata ad essere quello che era qualche anno fa e quindi una fedele compagna di viaggio: la scrittura è un modo per ‘buttare’ fuori quello che in altri modi non riuscirei a fare.
Con gli anni ho abbandonato la rincorsa del successo, passatemi il termine perché in realtà non ho mai avuto questo come obiettivo primario nel mio fare musica, ed ho tenuto solo ed esclusivamente il bello della cosa. Il puro piacere di veder prendere forma un pezzo scritto da me e prodotto da un team vincente!

Il nuovo pezzo ti espone in prima persona, affrontando implicitamente una peculiarità caratteriale delicata come il coraggio. Essendo un tema già trattato in passato (ci viene in mente il tuo singolo del 2021, intitolato proprio “Coraggio”, ma anche la titletrack del tuo EP “Alza la voce”) ma con modalità diverse, significa che è un aspetto importante del tuo modo di rapportarti alla vita?

Diciamo che in realtà questo ultimo pezzo è forse il primo che non è autobiografico.
E’ nato una notte di qualche mese fa da un’immagine e una frase che mi si sono fermate in testa.
Ho sentito di dover fermare il tutto prima di ‘perderlo’ così ho preso il telefonino e ho iniziato a scrivere di getto.
Il tema del coraggio in effetti era al centro del primissimo pezzo che ho scritto, e poi ripreso qualche tempo fa, anche se io sono tutto tranne che una persona coraggiosa…forse è l’inconscio che grida per chiedere un atteggiamento più coraggioso soprattutto in questa fase storica ‘difficile’.

Il tuo percorso artistico è sempre stato piuttosto coerente e mai influenzato dalle mode, come dimostra il pop cantautorale che tutt’ora proponi. Rimanendo in ambiti nostrani, quali sono gli artisti che apprezzi maggiormente e che pensi possano aver influenzato il tuo stile ?

Sicuramente, almeno nella fase iniziale, le maggiori influenze, più o meno consapevoli, vengono da pietre miliari del panorama cantautoriale come Guccini, Battisti, De Andrè; venendo ai giorni nostri invece, e rimanendo in territorio nazionale, sono sicuramente influenzato da artisti come Mobrici, Gazzelle, Brunori SAS e tutto il mondo indie o pop-indie.

Negli anni d’attività discografica che hanno preceduto questo brano hai sempre deciso di autoprodurti, e questo singolo non fa eccezione. Nel caso dovesse arrivare una proposta da qualche label saresti disposto ad ascoltarla, oppure preferisci mantenere il pieno controllo sui tuoi lavori?

Si, la scelta dell’autoproduzione è stata, almeno inizialmente, una scelta naturale. Quando inizi forse non sai bene nemmeno tu quello che stai andando a fare o che direzione poi prenderà il tutto quindi inizi con le amicizie e le disponibilità che hai. Dopo il primo album invece ho avuto la fortuna di incontrare due professionisti che mi hanno seguito e guidato; i progetti rimangono autoprodotti a livello di budget ma la produzione artistica è affidata a Federico Truzzi, un producer di quelli che sa leggere oltre le parole dei testi e ha sempre trovato la chiave di lettura per arrangiamenti cuciti su misura ai vari progetti.
Se una label bussasse alla mia porta? Bè sicuramente la ascolterei e la valuterei perché non mi piace chiudere porte a priori…diciamo però che il mio fare musica, come dicevo anche prima, non ha mai avuto, e men che meno ora, come primo obiettivo il successo…ma la voglia di fare musica.

Prima di salutarci ti chiedo: quali solo, a livello artistico, i progetti a lungo termine di Paolo Secchi ?

Non sono solito fare progetti a lungo termine e anche a livello artistico faccio fatica a farne anzi, ogni volta che ci ho provato i progetti sono andati nel senso diametralmente opposto. Sicuramente se dovesse uscire qualcosa di nuovo voi di Primo Ascolto sarete aggiornati immediatamente!!!

Tags: ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *