- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 03/02/2023

Sperimentazione e dark waves: queste sono le parole chiave del nuovo EP di Arssalendo “Ma tu ci tieni a me?”. Una richiesta, quella dell’artista, che riflette le paure, i dubbi e le incertezze di questo ultimo anno.
Complesso sia nelle sonorità che nei testi, che esprimono egregiamente lo stato di confusione e angoscia della Gen Z di cui l’artista fa parte, l’EP, così come i brani precedenti di Arssalendo, racconta soprattutto di errori passati, quasi come un monito a non rifarli in un futuro che ci sembra distopico e inafferrabile, quasi cyber-pop.
“Addosso/Insieme” è il degno incipit del progetto, ci inserisce subito nell’ambientazione cupa e sperimentale che ritroviamo in tutto l’EP, ma è di “Ma tu ci tieni a me?” che ci innamoriamo: quella continua ricerca di conferme da parte della persona che, lo sappiamo, prima o poi si risveglierà e si accorgerà che non siamo poi niente di che: “Manda un cuore se ci sei, dimmi se è tutto ok” e fino a che non riceviamo quel cuore giornaliero sentiamo solo il freddo dentro di noi.
“Quaderno”, il brano che ha anticipato l’EP, tra testo distorto e suoni che sembrano errori riusciti bene, segna ancora di più l’appartenenza di Arssalendo alla scena hyperpop italiana, che con il suo pubblico di nicchia si sta facendo sempre più spazio all’interno del panorama musicale.
Chiude l’EP “FINESTRINOGALLERIA”, che ci riporta la difficoltà dell’artista di esprimersi all’interno della vita reale, trasportandoci in una dimensione in cui la musica è la cura per tutto: siamo improvvisamente dentro un treno velocissimo che attraversa una galleria e noi, con le cuffie nelle orecchie, ci troviamo in un mondo parallelo fatto di suoni.
Arssalendo si conferma esponente di un nuovo genere che per essere apprezzato ha bisogno del giusto mood: “Ma tu ci tieni a me?” non può essere sicuramente ascoltato con superficialità.
Traccia preferita: “Ma tu ci tieni a me?”
Tags: Arssalendo, Ma tu ci tieni a me?, recensione