- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 11/05/2023

Ormai basta poco per farsi conoscere come artista: con un pizzico di fortuna si può andare virali sui social, e se si è abbastanza bravi e furbi è l’occasione per mostrare il proprio talento. Una volta famosi, però, i fan vogliono sapere tutto ciò che riguarda la vita e la quotidianità del nuovo beniamino, e se si è riservati è difficile riuscire a mantenere un certo anonimato.
Ora prendete questa introduzione e dimenticatevela, perché non è il caso di Artie 5ive, rapper metà italiano e metà sierraleonese che si è fatto conoscere in “READY 4 WAR” di Rondodasosa. Un artista di cui si sa pochissimo, ma che ha sfruttato al meglio ogni occasione, e ora pubblica il suo primo album “ASPETTANDO LA BELLA VITA” con il supporto della major.
A differenza degli emergenti più in vista, il rapper propone un sound diverso dalla classica drill o dalla trap – adesso in forte declino –, approcciandosi ad un suono che ha già conquistato i giovanissimi oltreoceano: quello di Detroit. I BPM alti sono la prerogativa, ma i testi, il flow e la voce sono utilizzati in maniera diversa rispetto a quanto accade negli USA: niente voce grattata e biascicata, nessun flow ridondante, e i testi sono ben strutturati da ogni punto di vista.
Per la sua giovane età, il vissuto di Artie 5ive non è da mettere in discussione: l’autenticità delle parole si percepisce, e tracce come “INTRO”, “PADRE NOSTRO”, e “SACRIFICIO” riescono a brillare particolarmente. In generale, comunque, ogni brano contiene diversi riferimenti al suo passato, e anche canzoni apparentemente leggere come “ANELLI E COLLANE” o “NIKE” lasciano un velo di amarezza.
C’è poco da dire: il debutto ufficiale di Artie 5ive è un ottimo progetto in grado di raccontare ciò che non traspare su Internet. E finché la qualità rimane su questi standard, ogni ascoltatore potrà ritenersi soddisfatto: potrà non piacere il suono, ma non si può non riconoscerne il talento.
Traccia preferita: SACRIFICIO
Tags: Artie 5ive, ASPETTANDO LA BELLA VITA, rap italiano, recensione