- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 16/06/2022

Uscito lo scorso 10 giugno per Carosello Records, “Bart Forever” è il nuovissimo album di Bartolini, successore di “BRT vol.1” e di “Penisola”, da cui riprende l’anima puramente malinconica per riproporla ora in modo più esplicito e aggressivo.
Melodie meno itpop e molto più britanniche che riportano alle sonorità punk anni 90 o primi anni 2000, uscite direttamente dal garage di un adolescente ribelle della California e arricchite da chitarre elettriche dal suono volutamente distorto, completate da testi impossibili da non cantare a squarciagola che certificano il grandissimo passo in avanti fatto dal talentuosissimo cantante calabrese.
Il tutto crea una coinvolgente atmosfera da “my life is a movie” che rende “Bart Forever” la perfetta colonna sonora per immedesimarsi facilmente e sentirsi così il protagonista degli scenari descritti da Bartolini, manifesto di una generazione intera, ma, allo stesso tempo, profondamente personali e intimi. Non è un caso, insomma, se Netflix abbia selezionato alcuni dei suoi brani per l’ultima stagione di Summertime.
“Bart Forever” è un concentrato di emozioni, sciorinati nelle varie tracce: dagli indelebili ricordi della vita di provincia in “108”, all’eterna fragilità di fronte alla morte del proprio padre e il grido adolescenziale di “Forever”, passando attraverso la ricerca del coraggio necessario a dichiararsi alla propria amata, anche quando ormai è troppo tardi, di “Settimane”, in collaborazione con European Vampire; dall’indifferenza e l’adrenalina di “Dinamite” all’anima tormentata e il cuore infranto di “Fulmini”, oppure la tristezza e l’inadeguatezza di “Non Piove”, con il pregevole contributo di Lil Kvneki degli PSICOLOGI. Ma anche la gelosia morbosa di “Luci”, in featuring con i Thru Collected, la solitudine che prende dalla “Schiena”, o l’inesorabile fine di una relazione parecchio sentita in “Mon Amour”.
Tutt’e 9 le canzoni del disco riescono ad avvicinarci sempre di più ad un’anima in continua lotta con i propri demoni interiori e il proprio passato, pieno sì di dispiaceri, ma anche di primi amori, di frenesia per le prime scoperte del mondo “adulto” e di tutte quelle piccole cose che ci ricordano quanto sarebbe bello rimanere giovani per sempre, senza particolari responsabilità e senza alcuna fretta di crescere.
TRACCIA PREFERITA: “Forever”
Tags: Bart forever, bartolini, recensione