- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 22/12/2022

A ben tre anni di distanza dall’ultimo progetto il duo BENELLI torna sul mercato discografico con un nuovo disco, intitolato “Tanta Fame Zero Arte”, uscito lo scorso 24 novembre per Nufabric Records e Artist First.
La band è nata spontaneamente nell’estate del 2018 dalla collaborazione tra Leonardo Spampani e Claudio Marciano, due giovani di Grosseto che, sia per perseguire la propria carriera musicale che quella di studi e lavorativa, si sono trasferiti a Bologna, luogo in cui è nato il loro primo album “Siamo Tutti”.
Tornando ad oggi, proprio com’era avvenuto tre anni prima, anche “Tanta Fame Zero Arte” – come suggerito dal titolo stesso – esprime il più semplice, ma anche il più importante, tra i bisogni di un musicista, ovvero quello dello sfogo personale, amplificato dal lungo periodo di stop che il duo è stato costretto a vivere durante la pandemia: di base, ciascuna delle tracce fa dunque riferimento proprio al risentimento che tale situazione ha creato in loro, per poi svariare sia dal punto di vista tematico che delle sonorità.
Effettivamente, senza imporsi alcun limite musicale, i BENELLI hanno dato vita ad un progetto davvero scorrevole, dove la differenza tra un genere e l’altro, seppur piuttosto marcata di canzone in canzone, non infastidisce affatto. Anzi, tutt’altro: mi ha incuriosito al punto da pormi il quesito su cosa non fossero realmente capaci di fare.
Su tutte, “Love Me” e “Dieci”, accomunate entrambe da un azzeccatissimo giro di basso di sottofondo, ci mostrano a pieno la sfrontatezza del duo, imprimendoci in mente i loro audaci ritornelli grazie a performance vocali sorprendenti. Ma il pezzo che più di tutti mi ha colpito è senza alcun dubbio “Vita Infame (a parte te)”: un lento d’amore, proposto però in chiave rock, il cui risultato finale è davvero una chicca, specialmente nel suo “drop” finale.
Traccia Preferita: “Vita Infame (a parte te)”
Tags: Benelli, recensione, Tanta fame zero arte