- per Antonio Contu'
- in Novità
- on 01/03/2022

Abbiamo intervistato nei giorni scorsi Bias (al secolo Gian Luca Biasini), musicista, produttore e compositore di Imola (Bo).
Un artista che ha deciso di sfruttare il lockdown per ripartire da zero, nonostante una carriera discografica già avviata col lo pseudonimo di Ex Novo ma bruscamente interrotta dalla pandemia: è stato proprio l’isolamento forzato a dare una scossa al processo creativo di Gian Luca, che da pochi giorni ha rilasciato il primo singolo del nuovo corso, “Duemilaventi“.
Ciao Gian Luca, benvenuto su Primo Ascolto.
“Duemilaventi” è un brano che ripercorre i momenti salienti della pandemia e tutte le sue conseguenze, ma a livello personale ed artistico rappresenta anche l’anno in cui hai deciso di svoltare e ripartire con un nuovo progetto. Quanto ha influito il confinamento obbligatorio di quel periodo sul tuo processo creativo?
Direi che ha influito sia a livello pratico che mentale. Innanzitutto ho composto tutte le canzoni solo con synth e drum machine, avendo lasciato la chitarra nella sala prove del mio batterista e non potendo recuperarla per le restrizioni del lockdown. Questo approccio ha dato una svolta alla mia creatività, ricercando un sound più vicino alla musica elettronica. Per quanto riguarda i testi invece è stato un processo molto spontaneo: sentivo di aver qualcosa da scrivere e l’ho scritto, senza pensare ad una canzone in particolare. Successivamente li ho adattati alle basi musicali che avevo composto.
“Siamo tutti Diego Armando Junior” è l’affermazione che proponi in chiusura di brano: tante aspettative, ma scarsi risultati.
A proposito di questo, credi che il mondo tornerà mai quello di prima?
Credo proprio di no. Anzi, temo che tutte le storture e distorsioni del sistema si stiano amplificando in un processo irreversibile di riallineamento geopolitico. Purtroppo il Covid non ha cambiato nulla e le persone si rivelano sempre molto deludenti.
Ho ascoltato ed apprezzato i tuoi album precedenti (sotto lo pseudonimo di Ex Novo, ndr), che evidenziano un background molto variegato: il tuo nuovo percorso artistico manterrà le stesse peculiarità o si concentrerà più su un genere specifico?
Da sempre ascolto tanta musica. Certamente ho i miei gusti e le mie preferenze ma ogni cosa che mi piace può diventare fonte d’ispirazione. Non voglio darmi un’etichetta, né dei limiti.
Tra le novità del “progetto Bias” c’è la volontà di affidarsi con meno frequenza ai social: cosa non ti convince di questo modo che gli artisti utilizzano per approcciarsi?
Non voglio fare l’outsider ipocrita che sputa sui social, perché io stesso li uso sia per la musica che a livello personale. Ma posso tranquillamente dire che non mi piace un certo utilizzo di questi strumenti. Non mi piace e non fa per me. Perciò ti assicuro che nessun social media manager mi dirà mai quante e quali storie debba pubblicare sul mio profilo.
Ultima domanda, prima di salutarci: cosa dobbiamo aspettarci a livello musicale nell’immediato futuro? Immagino tu abbia in cantiere ulteriori novità…
Sto ultimando diverse tracce nuove, che farò uscire un singolo alla volta, magari intervallate da qualche remix. Diciamo che ho il progetto e ho le canzoni, ma non ho un programma discografico strutturato. O almeno non ancora. Valuterò strada facendo.
Tags: Bias, intervista