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BNKR44 al Poplar Festival: live di una notte di fine estate

 
 

Quella che si è appena chiusa è stata per me una bella estate, principalmente per un motivo: ho visto un sacco di concerti. Il primo gradino del podio degli artisti che hanno animato la mia estate è occupato senza dubbio dai BNKR44 (che poi si direbbe dal BNKR44, come mi hanno fatto notare loro stessi), che ho visto live tre volte, a partire dal Lumen Festival a Vicenza, passando per il Beat Festival ad Empoli (casa loro), fino al Poplar Festival a Trento.
Il concerto a Trento, ultima tappa del tour estivo che li ha portati per la prima volta su e giù per lo Stivale, è stato qualcosa di indimenticabile, un po’ come fare un bellissimo viaggio senza mai muoverti da sotto il palco. Ora provo a riassumervi l’esperienza.

É sabato sera, assieme ai miei compagni d’avventura arrivo a Trento. Siamo in ritardo, per via del traffico e perché, beh, siamo partiti in ritardo da casa. Lasciamo giù l’auto e ci ritroviamo ai piedi del Doss, una collina che si affaccia sulla città e che ospita l’edizione 2021 del Poplar. Al termine di una salita per la quale non eravamo psicologicamente preparati, eccoci al festival. Arriviamo giusto in tempo per l’ingresso del BNKR44: nemmeno il tempo di prendere qualcosa da bere che siamo sotto al palco a cantare a squarciagola Troppe caramelle. Non poteva esserci inizio più dolce, letteralmente.

Col riff di chitarra elettrica di Troppe caramelle che ancora ci risuona per la testa arriva il momento di Raggio mortale che, come la successiva Bolla e tante altre hit del collettivo, purtroppo (o per fortuna?) se ne sta relegata nell’universo di SoundCloud. Più melodica e dal ritmo serrato la prima, più marcatamente hip-hop la seconda, entrambe regalano a chi le conosce quel brividino di essere tra i pochi a cantare dei pezzi che esistono solo su una piattaforma di nicchia e che hanno fatto stream (rispettivamente 50k e 30k) che per gli standard del gigante Spotify sarebbero poca cosa. Nel frattempo, chi sul palco non è impegnato a cantare porta il proprio contributo alla tela della serata. La tela? Proprio così, la tela! Dal momento che nel Bunker non è di casa solo la musica ma l’arte in generale, per ogni data del tour durante l’esibizione viene dipinta una tela che rimarrà per sempre legata a quella serata e a quel luogo.

Il concerto prosegue e visto che il BNKR44 – come ci tengono a sottolineare – è un collettivo e non un gruppo, spazio allora ai progetti solisti di Piccolo, Fares e Faster, che a cavallo tra la fine del 2020 e la prima metà del 2021 hanno fatto uscire i propri EP d’esordio (rispettivamente: Amaranto, Distaccato e Oniro). Va prima Piccolo con la sua Staccionate, lo segue Fares con Mistessi e chiude Faster con Dove sei. Tre brani uno più bello dell’altro, che mettono in evidenza uno dei principali punti di forza di questa colorata banda di empolesi: cioè il fatto che all’interno del Bunker convivono sensibilità artistiche profondamente diverse tra loro, che stanno in piedi tanto bene da sole quanto nel loro incontro, che produce sempre qualcosa di magico.

Arriva il momento di Luci e Piccolo la anticipa con la domanda di rito “a chi piace la velocità?”, giocando col testo della canzone, il cui ritornello fa: Dai, non andare così / Veloce, da chi scappi / Non riesco più a guardarti / E non mi piace la velocità / Mentre corri e la città / Si smembra in scie di luci, ehi / Guarda che luci, uh-uh. Ed è qui anche che i ragazzi si fermano per mostrare al pubblico la tela ormai completa, che ha come protagonista una macchina blu in fuga dai palazzi della città. Scenario che ben ricorda proprio Luci, ma che a me ricorda molto anche la Tesla blu di t.blu, brano dell’EP cobalto di Piccolo, anche questo disponibile solo su Souncloud (se non lo conoscete, il consiglio è di correre a recuperarlo).

Tutto lascia pensare che il BNKR44 sia pronto a sfornare nuova musica molto presto e infatti non mancano gli inediti in questo pazzo live di fine estate. Gli inediti per la precisione sono tre e fanno capire subito che non solo è in arrivo nuova musica, ma che l’obiettivo è quello di superarsi: se quello che ci hanno dato a Trento è solo un assaggio, non vedo l’ora di poter divorare l’intero disco.

Dopo gli inediti, spazio ad altri due brani di 44.DELUXE (il primo album ufficiale del collettivo per Bomba Dischi): Sparisci e Latte e cereali. Subito dopo arriva un brano che anche chi è venuto al Poplar per altri artisti probabilmente ha già sentito: Sabbia, un pezzo concepito al mare e scritto in montagna, come sottolineano i ragazzi del Bunker. E mentre sotto al palco un po’ tutti cantano quel ritornello che se ti entra in testa non ne esce più (Ho ancora la sabbia nelle scarpe / Dentro le tasche / Di quando ti ho / Portata al mare / E non sembravano esserci altre / Persone stanche / Intorno a noi / Ma sai non tornerò) si fa sempre più forte la sensazione star assistendo alla nascita e alla crescita di qualcosa di grande e di nuovo, pronto a portare un po’ di varietà nel panorama musicale italiano, aldilà di generi e categorie.

Si va verso la conclusione con Temporale, uno dei pezzi realizzati in collaborazione con Kaneki degli PSICOLOGI: vista l’assenza di quest’ultimo, dal palco annunciano che a farne le veci sarà Faster, che non ne fa sentire poi tanto la mancanza. Capisco poi che siamo davvero arrivati all’ultimo giro di giostra quando sento le prime note di Finale strano, che vede finalmente insieme sulla base tutti i membri del collettivo (più, ancora una volta, l’assente Kaneki). Si alternano al microfono Piccolo, Faster, Fares e alla fine Erin, che canta ritornello e outro del pezzo con un falsetto che ti rapisce. Ah già, e mentre canta le ultime parole (Cosa vuoi fare? / Deciditi, ma dai / Un po’ stai male / Mi tieni a testa in giù) gli altri lo sollevano e lo tengono sospeso a testa in giù. Un finale iconico per un concerto memorabile.

Con quello strano mix di euforia e tristezza che ti rimane al termine di un live che non avresti voluto finisse mai, mi coglie l’horror vacui quando realizzo che è la prima volta che me ne vado da un concerto senza avere in mente quale sia il prossimo ad attendermi. Così come mi rendo conto che il tour del BNKR44 è finito e che quindi dovrò attendere un po’ per fargli visita una quarta volta. E penso che ai piani alti giù a Roma devono darsi una mossa a far ripartire realmente la musica dal vivo, perché un altro inverno senza concerti non sarebbe solo (e soprattutto) devastante per chi ci lavora, ma anche tremendamente triste per chi ama stare sotto al palco.

di Pietro Possamai

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