- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 13/03/2022

Se con “Che io ci aiuti” ci eravamo lasciati infatuare dalla sua musica e dopo i tre singoli “Angelina Jolie”, “Caffè” e “Andrea” la nostra curiosità era salita alle stelle, con l’uscita di “Oro Blu”, il secondo attesissimo album di Bresh, possiamo considerarci definitivamente conquistati.
L’impressione immediata ad un primo ascolto è che ci sia stato un grandissimo salto di qualità in ogni aspetto del progetto, meno grezzo e acerbo nel sound rispetto al predecessore: risultato di una consapevolezza dei propri mezzi ormai acquisita dall’artista, i cui numeri confermano pienamente la sua consacrazione come uno dei big dell’attuale scena rap nostrana.
La caratteristica più evidente ed apprezzata del disco e, soprattutto, del rapper in primis, è sicuramente la versatilità dei generi affrontati nelle singole tracce. Effettivamente risulterebbe difficile pensare ad un disco credibile e coerente in ogni singolo brano, ma che allo stesso tempo presenti ospiti così tanto diversi gli uni dagli altri quali: Francesca Michielin, Tony Effe, gli Psicologi, Massimo Pericolo, Rkomi, Izi, Crookers, Michelangelo e Greg Willen. Eppure, Bresh è stato capace non solo di far comprendere con semplicità agli artisti e producer dei vari featuring il proprio concept, ma allo stesso tempo di adattarsi lui stesso in modo camaleontico ai loro mood.
Difatti, il rapper genovese e i suoi producer storici, Shune e Dibla, hanno centrato in pieno il bersaglio, dando vita ad un disco “melting pot”, in cui ogni ospite è riuscito a brillare e lasciare la propria impronta. È tutto ben realizzato, strutturato e concepito in ogni piccolo dettaglio.
Menzione d’onore per “Svuotatasche”, un brano intimo e davvero toccante, dove l’attenzione è rivolta verso quei ricordi di cui spesso ci dimentichiamo, ma che andrebbero invece ben conservati metaforicamente in questo “recipiente”, per poter essere poi recuperati quando le difficoltà sembrano troppe e irrisolvibili e finiamo per non riconoscerci più in noi stessi, così da ricordarci chi siamo, cosa vogliamo fare ed essere nella nostra vita.
TRACCIA PREFERITA: “Svuotatasche”
Tags: bresh, Oro blu, rap italiano, recensione