- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 22/05/2021

Il 18 maggio è stata la data di pubblicazione dell’ultimo EP del 44enne rapper milanese Caneda, intitolato “Cresciuto tra i lupi”.
Lo stile dell’artista è da sempre caratterizzato da una modalità di scrittura molto criptica e piena di significati, che viene coadiuvato da un tono di voce graffiato e da ambientazioni da poeta maledetto.
“Bambino”, brano d’apertura, ruota intorno al concetto di morte: la prima strofa è incentrata verso tutte le azioni che continueranno a svolgersi anche dopo il decesso, mentre la seconda è un flusso di immagini prima del momento fatidico;
anche in “XMatteo”, dedica al suo amico e compagno di crew scomparso nel 2016, le due strofe vengono incentrate su due concetti distinti: l’irreversibilità del tempo (“Ogni stella che cade in terra non ritorna in cielo”) e il continuo conflitto tra vittima e carnefice, creazione e creatore, paure e infanzia; “Ligera”, altro pezzo meritevole di menzione nonché ultima track del progetto, si muove continuamente tra la creazione e la distruzione, tra l’amore e le tentazioni pericolose.
Un disco colmo di significati che si nascondono dietro a giochi di parole e figure retoriche, grazie a strofe ben delineate e a strumentali anch’esse valide, perfette per il rap di Caneda.
In conclusione “Cresciuto tra i lupi” è un extended play che convince: Caneda non è un interprete che piace a tutti, ma chi riesce ad apprezzarlo avrà modo di scoprire diverse sottotrame in ogni brano.
TRACCIA PREFERITA: XMatteo
Tags: Caneda, Cresciuto tra i lupi