- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 05/03/2022

La voce di Cesare Cremonini ci ha accompagnati negli anni con una discografia di spessore ed una sensibilità pop senza precedenti.
Con il suo nuovo album “La ragazza del futuro” ci troviamo di fronte un nuovo lavoro elegante, colto e come sempre accessibile ad ogni tipo di ascoltatore.
L’album si apre con una splendida Intro orchestrale che, insieme alla traccia numero 5 Interlude+ divide in due parti l’album, infatti le prime tracce sono avvolgenti sempre accompagnate da arrangiamenti suonati in full band oppure orchestrali.
Con la titletrack dell’album Cremonini sceglie un sapore soul che ci ricorda il mondo del Motown e ci regala l’immagine di questa “Ragazza del futuro” in cui ogni donna vorrebbe rivedersi, affascinando per ciò che ha da dire non per come vuole apparire.
In “Colibrì” resta il tema del viaggio: è una bussola ideale per chi ricerca qualcosa di più, ma anche la capacità di saper lasciare andare chi si ama o decidere di spostarsi insieme per amore; in Moonwalk viviamo con tenerezza e semplicità l’intesa tra due persone che si amano e non si potrebbero annoiare l’uno dell’altro: il brano è un’ode all’apprezzare la più semplice delle azioni quando condivisa in due.
Da “La fine del mondo” in poi Cremonini si lascia andare all’integrazione di suoni elettronici nella produzione, il titolo di questo brano potrebbe annunciare un pezzo pieno di dramma, ma l’artista ci sorprende facendoci ancheggiare su un ritmo fresco e piacevolissimo da ascoltare sia con attenzione che distrattamente. Sulla stessa onda troviamo “Chimica”, un brano decisamente sexy, incredibile nel suo groove old school e delle evoluzioni strumentali inaspettate: in tracce come queste vediamo la versatilità di questo artista incredibile e la sua libertà di spostarsi da un genere all’altro senza perdere coerenza.
In “La Camicia” torniamo al mood romantico ed essenziale in cui si rievoca l’immagine della donna che indossa la camicia del suo uomo, seppure un clichè è raccontato in maniera non scontata: le parole di Cremonini sono piccoli aghi, colpiscono al cuore inaspettatamente senza mai perdere la loro linea poetica.
I riferimenti a grandi ascolti del passato sono parte integrante di questo album, come in “Jeky” , dove armonizzazioni e cori per un momento ci portano da David Bowie ai Beatles, mentre in “Psyco” ci sembra invece quasi di esser finiti in un concerto dei Subsonica.
Ogni brano di questo album merita una descrizione ad hoc ma come in tutte le cose belle non vogliamo spoilerare la vostra scoperta di questo gioiello: chiudete gli occhi e abbandonatevi, perché una lacrima questo album la strapperà anche al cuore più gelido.
TRACCIA PREFERITA: Chimica