- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 06/07/2020

Ad oltre tre anni di distanza dall’ottimo “Nessun posto è casa mia” torna con una nuova raccolta d’inediti la padovana Chiara Galiazzo, che i più attenti e nostalgici ricorderanno sbaragliare la concorrenza nella sesta edizione del talent X-Factor.
“Bonsai” è un progetto fortemente riflessivo e maturo, di certo meno influenzato dall’emotività rispetto agli album precedenti: Chiara sà ora prendere atto delle delusioni sentimentali, e si dimostra canuta nelle ponderazioni su determinate divergenze caratteriali e nel rimembrare storie d’amore giunte ormai al termine.
Altra particolarità che contraddistingue “Bonsai” è la forte attitudine urban, che si lascia mitigare, all’evenienza, da sonorità reggaeton o da approcci più classici, come nel caso di “La vita che si voleva”; a livello lirico, invece, è ottima la selezione degli autori: ad affiancare la stessa Galiazzo troviamo infatti nomi eccelsi come Mahmood e Federica Abbate, che difficilmente tradiscono le attese.
Unico featuring dell’album è quello con J-Ax in “Pioggia Viola”, un brano decisamente più spensierato rispetto al fil rouge assennato del lavoro: sarebbe forse stato più utile inserirlo a metà del progetto, per spezzarne l’egemonia ideologica ed alleggerire l’ascolto.
A parte questa piccolezza, Chiara Galiazzo ha dimostrato per l’ennesima volta di essere una delle migliori voci italiane: duttile e tecnica, sa padroneggiare con naturalezza in qualsiasi ambito grazie ad un estensione vocale fuori dal comune.
TRACCIA PREFERITA: CI SIAMO PERSI
Tags: bonsai, chiara galiazzo, recensione