- per Antonio Contu'
- in Novità
- on 02/02/2021

Abbiamo intervistato nuovamente Giulia Marcuzzi alias Lotus, questa volta alla vigilia dell’uscita del suo album di debutto, “Oltre“.
Ciao Giulia, e ben trovata. Venerdì esce “Oltre”, la tua prima raccolta d’inediti che noi di Primo Ascolto abbiamo ascoltato in anteprima: quali sono le sensazioni e le aspettative nei confronti di questo progetto?
Non mi sembra vero che tra pochissimi giorni la mia musica potrà essere ascoltata da tutti, sono molto fiera del traguardo che ho raggiunto. Sono felice perchè sento di essere riuscita ad esprimermi in modo profondo e sincero. Ho lavorato sodo per costruire questo progetto e non vedo l’ora di mettermi a scrivere nuove canzoni. È solo l’inizio e ho ancora molto da imparare, ma spero tanto che piacerà e che verrà compreso in tutte le sue sfumature.
Dai nove brani presenti all’interno dell’album emerge una marcata introspezione, ma anche racconti di natura sentimentale: sono tutte esperienze provate sulla tua pelle?
Si tratta di esperienze che ho provato sulla mia pelle o che hanno avuto a che fare con persone a cui tengo molto. Invece il brano a me emotivamente più distante è “Heimat”. Racconto come ci si sente a combattere contro l’odio verso lo straniero, ma per fortuna è una sensazione che non ho mai provato, dato che nelle mie esperienze all’estero sono sempre stata accolta benissimo. Per la versione italiana, quindi per “Origine”, ho volutamente scavato degli aspetti che mi appartengono di più. Qui si focalizza di più l’attenzione sull’incomprensione, sulla mancata comunicazione e si esorta, invece, a mettersi nei panni dell’altro e a creare empatia.
Il singolo “Aspetto solo un luogo”, che ha preceduto l’uscita dell’album, è un pezzo caratterizzato da una carica urban piuttosto massiccia rispetto al resto del lavoro, dove invece hai sperimentato diverse attitudini: ti sei sempre sentita a tuo agio nel concepire i diversi brani?
Tutti i brani sono nati piano e voce, in seguito ho cercato delle reference a cui ispirarmi. In questo sono stata molto guidata dal mio produttore Luca Bellanova. Per certi aspetti all’inizio, causa inesperienza, ero un po’ scettica, ma alla fine il risultato finale si è rivelato essere esattamente quello che cercavo. D’altronde le cose migliori si ottengono sempre al di fuori della zona di comfort!
Con la versione in lingua tedesca del brano “Origine” hai voluto rendere omaggio alla terra che ti ha ospitato per diverso tempo; il cameo in lingua francese presente nel brano “Il canto del cigno”, invece, da dove nasce?
I miei genitori sono nati all’estero, mia madre in Francia e mio padre in Svizzera, di conseguenza parte della famiglia si trova fuori dall’Italia e questo aspetto mi ha sicuramente influenzato molto nelle mie scelte. Mi sento fortunata ad essere cresciuta con così tanti stimoli e visioni della vita ed è il motivo per cui sono molto affascinata dalla lingue straniere e dal vivere all’estero. Per “Il canto del cigno” ho deciso di scrivere la coda in francese perchè associo il cigno all’eleganza per eccellenza e quindi alla lingua francese.
La pandemia, nel settore musicale, sta creando problemi enormi, nonostante sembra intravedersi una luce in fondo al tunnel: stai già pensando ad un’attività live che possa permetterti di promuovere adeguatamente “Oltre”?
Io e i miei musicisti stiamo preparando il repertorio per presentarlo dal vivo, inizialmente in chiave acustica. Mi piacerebbe molto quest’estate avere la possibilità di suonarlo sia in Italia che all’estero. Vediamo se sarà fattibile!
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