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Cinque chiacchiere con… Salvatore Altieri

Abbiamo intervistato il cantautore Salvatore Altieri, fresco di pubblicazione del nuovo album “Buco Nero” che ha visto la luce nemmeno due mesi fa.

Buongiorno Salvatore, e benvenuto su Primo Ascolto. “Buco Nero”, il tuo nuovo album, è arrivato alla fine di un anno molto tormentato per la maggior parte di noi. Essere costretto a casa ha facilitato il concepimento del progetto?

Innanzitutto un saluto a voi ed ai lettori di Primo Ascolto ! Si davvero un anno assurdo, ma guarda, nel mio caso, sì. Stavamo procedendo in modo molto spedito, io nelle registrazioni, ed il mio amico fonico, che mi curava l’editing, fino al punto in cui non potevamo più spostarci per continuare a lavorare.
Ci siamo dovuti fermare, ed abbiamo ripreso tre mesi dopo. In tutto questo tempo, ho avuto modo di perfezionare le canzoni, e curare in modo più approfondito tutti gli aspetti del disco ! Senza lockdown sarebbe stato pubblicato molto prima, ma sarebbe stato diverso, meno curato, sia nei testi che nelle musiche.

Il tuo cantautorato è spesso coadiuvato da una linea vocale molto emotiva: a chi o a cosa s’ispira maggiormente Salvatore Altieri nella creazione delle sue opere?

Non ho un punto di riferimento preciso, cerco sempre di creare qualcosa di originale, che possa emozionare me e l’ascoltatore in primis, cercando di avere un mio stile: è questo il mio obiettivo.
Quando sento che un mio brano somiglia a qualcosa di già sentito lo cestino immediatamente. Se devo darti un nome, è sicuramente quello di Dario Brunori (Brunori Sas). E stato l’unico che in questi anni è riuscito ad emozionarmi e farmi dire “wow”; mi piacerebbe avere almeno un po’ della sua bravura nello scrivere.

La scelta di curare personalmente i tuoi progetti, invece, deriva da un bisogno personale oppure saresti disposto a collaborare con una label? La nostra impressione è che preferisci affidarti ad un approccio che vira costantemente sul fai da te, come successo nell’apprendimento dell’utilizzo di alcuni strumenti musicali…
Ma guarda, sarei felice di avere un produttore ed è quello che cerco, l’importante è avere sempre la piena libertà artistica, anche dopo, non snaturarsi, poter seguire la strada che sto tracciando. Non lavoro purtroppo con la musica, è il mio sogno; investo i soldi del lavoro in questa mia grande passione, ma a volte è dura, soprattutto se curi da solo, quasi tutti gli aspetti, dalla A alla Z. Un team alle spalle sarebbe un grande traguardo per me, e soprattutto mi potrei concentrare sempre e soltanto sulla stessa musica, non come ora, soltanto nei ritagli di tempo della giornata.

Rispetto al tuo album d’esordio sei riuscito a sgrezzarti, ed a proporti in maniera meno timida ed introversa: tralasciando il lato tecnico, credi ci siano difetti nel tuo approccio? Le splendide poesie che campeggiano nel tuo sito internet fanno trasparire un forte bisogno d’esprimersi…

Aprirsi non è mai facile, soprattutto se gli argomenti delle canzoni sono molto personali, ma bisogna essere comunicativi e farle capire, a volte urlando, le cose. Quindi ho adottato questo approccio meno introverso, che sicuramente prima mi limitava, ma c’è ancora tanto lavoro da fare, musicalmente ! La scrittura è il mio pane quotidiano, scrivo da tanti anni, ma non avevo mai pubblicato nulla. Aspettando di terminare le canzoni del disco, ho cominciato pubblicare i miei scritti, ed ho avuto davvero un grande riscontro. Quindi ho deciso, invece di archiviarli come sempre, sul Pc o su quaderni, di pubblicarli quasi giornalmente. Alla fine la musica e la scrittura hanno tante cose in comune, e cerco di farle combaciare il meglio possibile !

Cosa si aspetta dal 2021 Salvatore Altieri? Sembrerebbe che, soprattutto per quanto riguarda l’attività live, si stia profilando un altro anno di transizione.

Sto lavorando al terzo disco, e spero sia ancora più maturo, bello e comunicativo del precedente; fortunatamente dopo anni di buio totale, ho davanti una grande luce e soprattutto molta ispirazione, e voglio sfruttarla al massimo, finchè c’è.
Per quanto riguarda il settore musicale, è stato raso a zero: musicisti, turnisti, addetti ai lavori, sono tutti a casa; come tutto il settore artistico, teatri, musei, cinema, sono chiusi da mesi oramai. Per quanto sia utile lo streaming, le dirette, eccetera, c’è bisogno di ritornare a pogare, ad abbracciarsi ed emozionarsi sotto un palco, oppure dentro un cinema guardando un film.
Spero davvero, vivamente, che tutto questo possa accadere molto, ma molto presto, perchè ne abbiamo davvero tanto bisogno.

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