- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 22/09/2022

Per i puristi del rap, la svolta mainstream del genere ha solo causato danni, rovinando una musica ricca di valori. Da una parte è vero: quando entrano di mezzo i soldi è facile perdere la rotta, ma allo stesso tempo se tante persone si avvicinano al rap c’è più possibilità che qualcuno se ne innamori e si vada a ricercare artisti meno popolari.
Claver Gold è tra i rapper che più ha beneficiato di tutto ciò: attivo ormai da quasi vent’anni, si è sempre fatto notare per uno stile di scrittura complesso e profondo, e con gli ultimi lavori persino la critica generalista ha iniziato a parlare di lui.
“Questo non è un cane” è il titolo della sua ultima fatica: un disco ricco di tracce nel quale il rapper esprime la propria visione su argomenti come l’amore, la politica, la reazione alle avversità e ovviamente l’Hip Hop. Anche quando gli argomenti si ripetono – ad esempio in “Josephine”, “Rainbow” e “Gitana” – vengono raccontate storie da diversi punti di vista e questo rende le tracce uniche, varie. La cura per la scrittura ha fatto sì che Claver Gold non sprecasse nemmeno una barra, anzi, nemmeno una parola.
Soprattutto nei brani intimi (“Il cuore di un cane”, “Mai più”, “Horror Vacui”, “Dopo di noi”), la visione data dall’artista su argomenti delicati è ampia, ed è facile immedesimarsi in situazioni che in un modo o nell’altro abbiamo affrontato tutti. Se c’è una critica che si può fare al rap odierno è di essersi allontanato troppo dal pubblico: le canzoni sono orecchiabili e adatte per sessioni di easy listening, ma spesso raccontano una realtà troppo distante. “Questo non è un cane”, invece, ci ricorda che i rapper – pur quanto bravi o famosi essi siano – sono persone come noi, e Claver è un ottimo rappresentante dell’uomo comune.
Traccia preferita: Dopo di noi
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