- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 26/09/2021

Il supergruppo culto americano e collettivo newyorkese degli anni ’90 “Wu-Tang Clan”, che ha ridefinito il concetto di hip-hop, è stata la base e l’ispirazione per questo nuovo singolo di Coez, che prende appunto il nome di “Wu-Tang”. Ritroviamo l’artista sulla scena musicale a distanza di due anni dal suo “È sempre bello”, questa volta con la produzione di Sine e Ford78, da sempre storici collaboratori di Coez, e il brano tira fuori tutto l’urban, l’hip hop, il rap e il rock dell’artista che, in questo esperimento, ritorna alle sue radici in modo diretto e senza perdere il filo: “Il paradiso non esiste, però l’inferno cazzo se ci sta”. Coez utilizza tutta la rabbia che ha in sé per questo pezzo intriso di una sana cattiveria, che odia le ipocrisie e disprezza la superficialità; quando ascolta il Wu-Tang, il cantante va “fuori di testa”, ed è pronto a tutto. Il pezzo carica, scorre l’adrenalina nelle vene e ci sentiamo pronti ad affrontare qualsiasi situazione, dopotutto “si può urlare per vari motivi, tipo sentirsi vivi”, e Coez vuole vivere appieno, senza persone false accanto, spogliandosi di tutto ciò che è superfluo. Il nervosismo e l’inquietudine del rapper sono i sentimenti predominanti all’interno brano, che raccoglie tutte le contaminazioni hip-hop e le unisce all’elettronica, riprendendo il “giovane” Coez, che ha fatto un lungo percorso per arrivare dov’è ora, ma non ha mai perso il suo mood urban. “Ti vogliono tutti bene, basta che sorridi”, la provocazione che arriva verso la fine del brano, facendoci riflettere su come sia la società oggi e su quali siano le caratteristiche su cui punta, ma soprattutto di quanto la propria identità debba essere pronta a snaturarsi in favore del successo. Ma Coez non ci sta, piuttosto, in modo duro e diretto, chiede “vuoi litigare?”.
Ritroviamo il Coez originario all’interno di “Wu-Tang” e non ci dispiace affatto: questo pezzo ci fa pensare di poter superare qualsiasi ostacolo, ed ascoltato al mattino è una carica assicurata per tutta la giornata.
Tags: Coez, recensione, Wu-Tang