Ogni fan del rap italiano deve conoscere il nome di Deda. La sua carriera cominciò nel lontano 1991 con gli Isola Posse All Stars, per poi fondare pochi anni dopo i Sangue Misto assieme a Neffa e Dj Gruff; il gruppo portò il rap a livelli mai visti prima dandogli una visibilità inaspettata per l’epoca, ispirando la generazione degli anni 2000 anche quando sembrava tutto finito.
In tutti questi anni Deda non ha mai smesso di fare musica, rilasciando una moltitudine di progetti sia in singolo che con altri gruppi. Nonostante gli oltre trent’anni di carriera, “House Party” però è il suo primo disco firmato come Deda, e per l’occasione ha raccolto a sé alcuni tra gli artisti più capaci.
Troviamo, infatti, ospiti del calibro di Fabri Fibra, Jake La Furia, Emis Killa, Gemitaiz, Danno, Inoki, Mistaman, Al Castellana, Ensi, Salmo e Frah Quintale. Al contrario di quello che si possa pensare, il disco non suona affatto nostalgico: il produttore è riuscito a cucire una serie di strumentali adatte ad ogni tipo di rapper (e non).
“Kim Jong” è un brano ricco di punchline con una produzione semplice ma efficace; “Voilà” con Ensi riporta alla mente quanto fatto dallo stesso rapper in “Blocco 181”; in “Universo” Fibra e Neffa danno vita ad un brano dal sapore soul vecchio ma nuovo – così come accade in “Desideri” con Ghemon e Frank Siciliano; in “Rock tha House” il beat assume sfumature old school adatte ai rapper coinvolti, e persino in brani apparentemente pericolosi come “Change” con i Coma_Cose e “Puro” con Davide Shorty il livello non si è abbassato minimamente.
“House Party” è un producer album confezionato con tutti i crismi, dove il padrone di casa è riuscito a lasciare la sua impronta senza snaturarsi, suonando moderno e attuale. Negli ultimi anni questa tipologia di dischi ha assunto una rilevanza maggiore, e possiamo definire il primo album ufficiale di Deda uno dei migliori esempi.
Traccia Preferita: Rock tha House