- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 16/12/2021

FastCut è un dj Hip Hop romano classe 1986, attivo nell’underground dal lontano 2005. Dopo aver militato in diversi gruppi ed essere comparso in decine di dischi, nel 2016 decide di lavorare ad un progetto personale: “Dead Poets” si trasforma da un’idea ad un album corposo, include al suo interno ben 30 rapper e a guidare tutti da dietro le quinte ci pensa proprio il dj di Roma. Le sonorità classiche caratterizzano ogni brano, ma FastCut lavora sulle produzioni per non farle suonare vecchie, dando così un’identità ben definita al prodotto. La stessa struttura è stata replicata nel 2018 per il secondo capitolo – con le opportune migliorie – e ora, dopo tre ulteriori anni, siamo giunti al terzo capitolo della saga dei poeti maledetti.
Si nota subito l’aumento della qualità degli ospiti: oltre i già apprezzati Sgravo, Mattak, Moder e Kento troviamo nomi del calibro di Frankie HI-NRG MC (“Intro”), Caparezza e Roy Paci (“Smackdown”), Clementino e Willie Peyote (“Parla Piano”), e Davide Shorty e Tormento (“Come un pugno in faccia”). Ogni combinazione di featuring è ben calibrata, le tracce sono varie e con diverse atmosfere; i rapper coinvolti riescono a mantenere la loro personalità inalterata, eseguendo strofe all’altezza della situazione. La voce roca e la rabbia di Aban in “Click Bang Bro” precede senza forzature “Sindrome di Stendhal” con Murubutu e Mattak, così come accade con “Famme Dormì” e “Parelio”. “Nocturnal” è un brano inquietante: le liriche di Lanz Khan e Maury B acuiscono ulteriormente la sensazione, mentre “RRRRR” smorza la tensione con una produzione allegra e vivace.
Prendendo esempio dai maestri d’oltreoceano, FastCut è riuscito un’altra volta a dirigere i lavori in maniera coerente e originale. I rapper sono riusciti ad interpretare la sua visione d’insieme, ed ogni traccia riesce a tirare fuori i punti di forza degli artisti: le liriche introspettive di Enigma e Wiser Keegan in “Maledetti” e gli esercizi di tecnica della posse track “Skillati” rendono “Dead Poets 3” un lavoro godibile, vario e ben realizzato.
TRACCIA PREFERITA: “Smackdown”
Tags: Dead poets, Dj Fastcut, rap italiano, recensione