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Dodicianni – Lettere dalla lunga notte [RECENSIONE]

Dodicianni è il nome d’arte di Andrea Cavallaro, artista, pianista, cantautore e compositore che l’11 giugno ha pubblicato il suo nuovo EP dal titolo “Lettere dalla lunga notte”, già anticipato dai singoli “Discoteche” e “Mio padre scrive per il giornale”.
Questo nuovo lavoro, interamente prodotto dallo stesso Dodicianni con la collaborazione di Edoardo “Dodi” Pellizzari, nasce dalla necessità di cristallizzare i cambi di prospettive e le sensazioni maturate negli ultimi anni della vita dell’artista.
Il risultato è un viaggio in musica intimo e poetico nato in momenti di creatività affidati alla sincerità della notte e ad accordi scarni sul pianoforte, creando una magia capace di trasformare in canzoni pensieri e ricordi che diventano come la voce di lettere nascoste dentro un diario personale.
I testi dall’intenso livello narrativo caratterizzano i cinque brani di questo EP, che si apre con un intro che spalanca in punta di piedi le porte al concept dell’album, descritto poi nell’emozionante ricchezza di contrasti della title track, che sulle note di un pianoforte racconta proprio l’amore e odio per questo strumento da parte dell’autore, strumento al quale tanto deve e al quale tanto ha dato nel proprio percorso artistico.
Voltando le pagine immaginarie di questo diario si incontra “Discoteche”, brano che descrive la magia di quei luoghi nei quali ci si ritrova con il vestito migliore a sfiorarsi tra giochi di luci e ombre; “Mio padre scrive per il giornale” arriva invece a raccontare l’amore che ci si aspetta di ricevere dalle persone importanti della nostra vita, quello che spesso condiziona le nostre scelte in cerca di un’approvazione che talvolta non arriva, lasciandoci un senso di vuoto.
Un amore diverso è quello descritto dolcemente ne “L’ultima casa prima del bosco”, canzone che racconta di un luogo in cui ripartire e che prende il profumo di casa appena dopo aver trovato il proprio posto tra volti sconosciuti.
La traccia che occupa l’ultima pagina di questo disco è “Proteggimi”, un preghiera verso un cielo che sappia ascoltarci e darci in cambio la capacità di accettare le nostre insicurezze, i nostri sogni e i nostri fallimenti.
Questo disco elegante ed emozionale, suonato e registrato in presa diretta, porta dentro di se una semplicità intensa e una bellezza imperfetta fatta di atmosfere di pianoforti, chitarre, sassofoni e ritmiche ricercate e imprevedibili, capaci di accompagnare una voce tanto delicata quanto forte di un’espressività unica e rara.

TRACCIA PREFERITA: Discoteche

TESTI
4/5
MUSICA
3.5/5
ORIGINALITA'
3.7/5

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