- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 20/11/2020

“Non c’è” è l’ultimo capolavoro di uno dei più grandi e importanti cantautori italiani di sempre: Edoardo Bennato.
Oltre a contenere numerosi inediti l’album ripropone sue vecchie canzoni che, dopo essere state modificate durante i suoi tour, Bennato ha deciso di riarrangiarle ed inciderle nuovamente.
Questa unione tra ciò che è nuovo e ciò che è passato è l’intento dell’album, il quale addiziona innumerevoli stimoli musicali riappellandosi a un country rock tipico di esponenti musicali degli anni ’60 e’ 70 (ad esempio Bob Dylan), come la titletrack e “Salviamo il salvabile”, dove le liriche ironiche e spregiudicate si uniscono a percussioni di carattere perseverante e ostentato.
Con la traccia “L’uomo Nero” si ha una perfetta idea del percorso evolutivo di Bennato: un’ambientazione folk rock, in cui si sente la continua insistenza di un basso martellante di sottofondo e il suono della sua amata armonica, si fonde perfettamente con il flow del rapper Clementino.
Edoardo Bennato è l’esempio massimo di cantautore con la “C” maiuscola: dopo una lunghissima carriera musicale iniziata nel ’58 con il “Trio Bennato”, in cui Edoardo cantava e suonava la chitarra, la sua capacità di raccontare e raccontarsi non è ancora terminata, lasciandoci ancora una volta di stucco.
TRACCIA PREFERITA: L’UOMO NERO
Tags: Edoardo Bennato, recensione