- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 16/02/2023

Il nuovo album di Elodie, “Ok. Respira”, è un unico lunghissimo viaggio dance-pop, con i 13 brani collegati musicalmente tra loro: siamo in un dancefloor popolare ma allo stesso tempo sconosciuto nello spazio, e balliamo tra la gente cercando di raggiungere quella luce in fondo al tunnel che vediamo ogni giorno più lontana.
Sette sono gli inediti presenti all’interno del disco, che accoglie anche i brani che abbiamo già imparato a conoscere nel corso dei mesi passati (tra gli altri “Vertigine”, “Tribale”, “Ok. Respira” e la sanremese “Due”). Il primo che incontriamo è “Danse la vie”, dove Elodie ci trascina in un vortice di luci e crescendo musicali cantando “Per non farci male, non farci male, Io e te, Ci siamo amati male, ma mi dispiace”, collegandosi indissolubilmente a “Strobo”, in cui stiamo scappando da noi stessi e da questa città che ci sta stretta. Quante volte abbiamo provato a fuggire via dai nostri pensieri, provando a liberarci da questi macigni mentali che ci trascinano sempre più giù e cadendo proviamo a lanciare segnali di luce in mezzo al nostro buio, ma siamo stati troppo bravi a nascondere le nostre emozioni e quindi nessuno viene a salvarci.
Una delle tante produzioni di Dardust ci colpisce in “Mai più”, dove l’artista romana prova a rimanere calma davanti ad una situazione che spesso la mette in difficoltà: quando le parole di adulazione sono solamente parole e mai fatti, è sempre più difficile credere a quelle che a tutti gli effetti sono bugie e siamo stanchi di sentire sempre le stesse belle frasi, per poi ritrovarci solamente con un pugno di buio in mano.
Ci avviciniamo al reggaeton con la produzione di Drillionaire in “Boy boy boy”, che ci racconta il loop di un amore tossico in cui gli apici ed i baratri sono donati dalla stessa persona; ritroviamo la tossicità, questa volta nelle amicizie, anche in “Apocalisse”, mentre “Una come cento” chiude gli inediti del disco e ci fa ripartire da zero.
Elodie è sicuramente una delle voci femminili più hot di questo periodo e “Ok. Respira” ci concede di staccare dai pensieri per 40 minuti: a volte, è proprio quello che ci serve.
Traccia preferita: Danse la vie
Tags: Ballo, Kime, rap italiano, recensione, Tessuto Urbano