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Emanuele Nidi – Silver surfer [RECENSIONE]

Il 25 giugno è uscito “Silver Surfer”, il secondo album del cantautore e polistrumentista Emanuele Nidi.
Un disco intimo e minimale, trasportato da un suono di chitarra acustica che ne guida il percorso onirico ed evanescente, delicato come la voce di Emanuele e le atmosfere di queste dieci tracce.
Due brani strumentali e otto canzoni vere e proprie, a raccontare di personaggi talvolta presi in prestito da fumetti, film o vecchie canzoni, che diventano protagonisti inconsapevoli di storie vellutate e suoni sottili.
“Silver surfer” è stato scritto quasi interamente nello scorso autunno, impregnandosi di uno stato d’animo malinconico che ne ha certamente influenzato musica e testi, e come dice lo stesso artista “forse non è un caso se quasi tutti i brani […] parlano del tentativo di costruire o distruggere un legame, un punto di contatto”.
Le parole sono ricercate con cura, la scrittura è introspettiva e sincera, tra storie e sentimenti quasi sussurrati, nella ricerca di percorsi da seguire, limiti da conservare e persone alle quali scegliere di affidare le proprie emozioni, tanto piccole quando indispensabili.
Il sound è essenziale e capace di trasmettere un senso di umana vicinanza, come se ci si trovasse accanto allo stesso cantautore ad ascoltare e farsi avvolgere dalle canzoni, a condividerne l’intimità dei suoni e le sensazioni delle immagini evocate.
Un disco che riesce nel suo intento di entrare sottopelle, di colpire a fondo con la propria delicatezza e di descrivere in modo limpido lo stile di un artista che non ha paura di svelarsi e di svelare il proprio mondo.
Un lavoro intenso che trasmette in musica la stessa sensazione raffigurata nella bellissima copertina, quella di danzare in equilibrio sulla precaria instabilità di una sottile lastra di ghiaccio che galleggia sull’acqua, imprevedibile e allo stesso tempo capace di rassicurarci con un filo di voce.

TRACCIA PREFERITA: Cipria

 

TESTI
3.5/5
MUSICA
3.7/5
ORIGINALITA'
4/5

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