- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 15/09/2020

La nuova fatica discografica del cantautore Emiliano Mazzoni ha visto la luce sulle principali piattaforme streaming lo scorso venerdì: dieci brani a comporre un progetto che, considerato il titolo omonimo all’autore, si prospetta come il più introspettivo della carriera dell’artista modenese.
Come nei procedenti lavori è il cantautorato pacato e descrittivo il vero protagonista dell’album, supportato da sospirose ballad (“Quanta crudeltà” su tutte) e intervallato da intimi storytelling in cui viene minuziosamente descritto il suo stato d’animo e le sue sensazioni: le liriche di Mazzoni evocano suggestioni, che regalano un’esperienza immersiva molto affascinante e che rendono splendidamente l’idea di una persona fortemente influenzata dai propri turbamenti, sintomo di una spiccata sensibilità.
Coadiuvato da sfumature jazz, blues e rock, oltre che dal velato utilizzo di synth che ben supportano l’atmosfera dell’album, il cantautore modenese ci propone inoltre intense ponderazioni che meditano sul valore dell’esistenza: la profonda voce di Emiliano avvalora ulteriormente la proclività psicologica del progetto, oscillando tra emozionalismi introspettivi ed una naturale indagine alla ricerca dell’Io.
Ottimo ritorno, che conferma le potenzialità e capacità emerse nei precedenti lavori: Emiliano Mazzoni suffraga con questo progetto quanto di buono captato in passato, grazie ad un’emotività sincera e ad una destrezza cantautorale sopra la media.
TRACCIA PREFERITA: CONFIDENTI SERENI
Tags: emiliano mazzoni, recensione