- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 05/01/2021

Il nuovo album del cantautore Andrea Febo s’intitola “Sognonauta”, edito per l’etichetta Lab 14: un mix artistico di dodici brani dal sapore indie, impreziosito da basi ricche ma mai ingombranti, suoni semplici, ritmati e che cadenzano i racconti.
Le parole sembrano essere saldamente al centro della sua idea di musica: liriche che descrivono piccole realtà di tutti i giorni, alternate a situazioni ai confini con l’onirico, dove la realtà diventa surrealismo e il surrealismo diventa realtà.
Un continuo mescolarsi d’introspezione e vita quotidiana, insomma, tra passato e futuro.
In “Se domani” il protagonista fatica ad ascoltare e ad imparare dagli errori, e la complessità dipinta è reale proprio perché fallace; in “Amore perso”, invece, vi è il rifiuto dell’infelicità, come se si potesse esserne immuni: un pezzo profondo, che nasconde una grande solitudine e una maledetta timidezza.
Le melodie sanno essere all’occorrenza dolci, cullanti, calde ma anche ritmate e coinvolgenti come in “Lontano”, dove è tangibile l’intento di portarci via da una patria che ha perso candore; l’impronta indie è evidente in “Hai loviù”, brano uscito come singolo nel 2020, mentre è più serio e raccontato lo stile di “Fino in fondo”, pezzo accompagnato dalla voce di Giorgio Pasotti.
L’autore sa trasformarsi anche in interprete leggero, estivo e fresco in “l’amore”, in cui il ritornello dei brasiliani Pixote ci parla ancora una volta dell’amore ma in una chiave di speranza e gioia.
In questo album Febo racconta con sincerità, sensibilità e partecipazione i pensieri e le sensazioni di un uomo comune che affronta le battaglie di tutti i giorni, riuscendo a dare vita ad un progetto ricco sia di contenuti che di suoni da ascoltare e soprattutto capire: un’anima rurale, forse, capace di mettere in discussione le proprie convinzioni e attenta ad un mondo che cambia di continuo.
TRACCIA PREFERITA: Lontano
Tags: Febo, recensione, Sognonauta