- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 28/03/2019

Fiorella Mannoia ha pubblicato lo scorso venerdì il suo diciottesimo album in studio. Ebbene sì, è passato oltre mezzo secolo dal suo esordio, e da allora si è impegnata a mantenere certi standard e a sfornare sempre qualcosa di nuovo. In questo, infatti, la Mannoia ne è la regina: tanta longevità la si deve al suo estro interpretativo, un esempio recitativo che può solo fare scuola.
Da tutta questa destrezza ne esce ‘Personale”, un album talmente completo da rimanerne affascinati, addirittura indottrinati. Si può captare l’esperienza della Mannoia in tracce come ”Il peso del coraggio”, ”Riparare” oppure in ”Resistenza”, completata da ritmi pop piuttosto incalzanti, che ritroviamo anche in ”Penelope” o in particolar modo in ‘‘Il senso’‘ , inteso come il significato e l’importanza della coppia.
Nelle tracce ‘‘Anna siamo tutti quanti’‘ e ”Carillon”, invece , la Mannoia ci narra la storia di due diverse protagoniste: la prima, dove ci possiamo ritrovare un po’ tutti, parla di una ragazza delusa dalle aspettative di vita che si era creata; la seconda, invece, rapporta la protagonista della traccia appunto ad un carillon rotto, a causa delle troppe lacune e debolezze caratteriali.
L’album, in chiusura, è impreziosito dagli omaggi dell’artista a due dialetti diversi che caratterizzano la lingua italiana, due parlate al quale la Mannoia è molto legata: il romano, nella gagliarda ”L’amore al potere”, ed il napoletano, in collaborazione con l’artista partenopeo Antonio Carluccio , nella traccia finale, ”Creature’‘.
TRACCIA PREFERITA: UN PEZZO DI PANE