- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 21/03/2020

Nonostante la conclamata pandemia che sta affliggendo la popolazione nostrana c’è un’artista che ha deciso, con coraggio, di pubblicare comunque il suo ambizioso progetto discografico: stiamo parlando di Francesca Michielin, che ha dato alla luce il 13 di marzo l’album “Feat – Stato di natura”.
Undici brani, caratterizzati da altrettante differenti collaborazioni: la Michielin prova con questo progetto a ripetere il successo dei precedenti album, ben conscia di un mercato musicale in continua evoluzione e “schiavo” dello streaming, che nel nostro paese dà grande risalto alla musica rap.
Un genere che troviamo a più riprese all’interno del prodotto: nel singolo attualmente in heavy rotation “Monolocale” con Fabri Fibra, ad esempio, dove l’ RnB si scontra con il suono grezzo e un pò vintage del piano, a rimarcare una nostalgia sentimentale (e ricordando lontanamente “Empire state Of Mind”, di Alicia Keys e Jay Z); oppure in “Sposerò un albero”, dove troviamo la collaborazione di un convincente Gemitaiz alle prese con un reggae-pop che calza perfettamente al mood hippie delle liriche.
Il filone hip-hop nostrano prosegue anche nella successiva “Gange”, dove Francesca trova una certa sintonia anche con l’emergente Shiva: il testo del brano narra di illusioni sentimentali, propinate su una produzione molto omogenea; “Riserva Naturale” con l’emergente duo milanese Coma Cose e “Star Trek” con Carl Brave sono anch’esssi annoverabili tra i brani rap-friendly, anche se con sonorità più tendenti all’urban.
L’apertura dell’album, invece, è affidata alla titletrack del progetto: in “Stato di Natura” con i Maneskin la Michielin si cimenta in un inedito e critico crossover, che calza invece a pennello agli ex concorrenti di X-Factor; sonorità più estive e contemporanee posso essere invece incontrate in “Yo no tengo nada”, dove l’artista è coaudivata dalle musiche di Dardust, oppure in “Acqua e Sapone”, con Takagi e Ketra.
Sorpende la cantata francese dell’artista e Max Gazzè in “La vie ensemble”, e convincono senza troppe riserve gli ultimi due brani dell’album: al singolo che ha anticipato l’uscita del progetto, “Cheyenne” con Charlie Charles, segue la positiva e solare “Leoni”, che presenta invece la collaborazione inedita di Giorgio Poi.
Insomma, il progetto di Francesca Michielin è un prodotto d’indubbia qualità, capace di sciorinare diversi stili in un unico album: l’artista tocca in più occasioni (a dir la verità più nei titoli che nelle liriche) il tema della natura, cercando di dare un tono più selvaggio all’intero lavoro.
Riguardo alle collaborazioni (tutte azzeccate), abbiamo invece avuto l’impressione che sia più la stessa Michelin ad adattarsi allo stile degli ospiti che viceversa, nonostante l’intento dell’artista fosse “portare fuori dalla zona di confort” gli invitati all’album, che rimane a prescindere un buonissimo lavoro.
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Tags: feat, francesca michelin, recensione, stato di natura