- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 18/04/2020

L’evoluzione discografica di Friz compie un passaggio fondamentale con la pubblicazione di “Ballate d’asporto”, EP di sei (anzi, cinque) brani editi per INRI.
Un progetto a metà tra indie pop e rap, in stile Coez per intenderci: l’artista d’origini venete mostra un flow sorprendente, impreziosito da liriche mai banali che sciorinano riflessioni e disguidi sentimentali.
Friz si distingue inoltre per la facilità con il quale riesce a far percepire all’ascoltatore la sua romantica emotività, con uno stile narrativo che a tratti ricorda la verve cantautorale di Willie Peyote; convince e sorprende inoltre nella toccante “Babilonia”, dove fotografa in maniera passionale e profonda la città di Bologna che lo ha lavorativamente adottato da qualche anno.
Sì, la direzione è quella giusta: “Ballate d’asporto” è un buonissimo prodotto, curato, che mette in mostra le inopinabili capacità di un’artista che farà sicuramente parlare di sé.
TRACCIA PREFERITA: BABILONIA
Tags: friz, recensione