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Gazzelle: DENTRO | Recensione | Primo Ascolto

Lo scorso 19 maggio è uscita la seconda metà (la prima era stata pubblicata a sorpresa lo scorso mese) di “DENTRO”, il quarto attesissimo album di Gazzelle. Il titolo, come dichiarato dal cantautore romano stesso, lascia intendere il preciso scopo terapeutico con cui si è approcciato alla scrittura del disco.

Flavio affronta la questione di petto: sa che c’è “Qualcosa che non va” in lui, come ci confida nel primo brano, ma non ha ancora compreso di che cosa si tratti. In tale prospettiva, mettere nudo il proprio lato più intimo e tormentato lo ha aiutato a colmare, almeno in parte, la gigante voragine interiore (rappresentata nell’artwork di copertina) che lo affligge.

A questo punto, qualcuno potrà obiettare che già dai tempi di “Superbattito” la sua musica era caratterizzata da una forte vena malinconica. A nostro avviso, però, qui i suoi testi si sono realmente avvicinati all’assoluta trasparenza verso gli ascoltatori. Qua e là, comunque, Gazzelle si rivolge sì ai suoi fan, ma soprattutto a sé stesso anche con toni più rassicuranti. In “E pure…”, ad esempio, conclude con <<Vedrai, con il tempo passerà >>.

La differenza più evidente rimane, invece, negli arrangiamenti: alleggerito da synth et simili, il sound generale risulta paradossalmente più allegro e orecchiabile, ma meno d’impatto che nei precedenti dischi, specialmente nei ritornelli. È proprio per questo motivo che “DENTRO” appare carente di un’effettiva hit destinata a spiccare nel ricchissimo repertorio dell’artista.

Andando per esclusione, le papabili candidate (con non pochi dubbi) rimangono: “Flavio”, caratterizzata da un ritornello perfetto per scatenare i cori del pubblico: il giudizio definitivo è dunque rinviato in attesa dei suoi prossimi concerti; “Milioni”, per aver accolto le incessanti richieste dei suoi sostenitori e di quelli di Fulminacci; infine, “Quello che eravamo prima”, probabilmente la migliore tra le tre grazie al già rodato duetto con Thasup. Rimanendo sempre in ambito featuring, nulla da ridire su “Roma”: l’inaspettata accoppiata con Noyz Narcos ha dato vita ad un omaggio tutt’altro che banale alla Capitale, città natale di entrambi.

Insomma, dire che “DENTRO” ci ha convinto a pieno sarebbe lontano dalla verità, così come lo sarebbe affermare con sufficienza che Gazzelle “era meglio prima”. D’altronde, pur preferendo i suoi precedenti dischi, non si può che rispettarne l’evoluzione artistica, la quale verrà suggellata ancora una volta dall’imminente primo concerto in uno stadio all’Olimpico, nella sua città.

Traccia preferita: “Quello che eravamo prima”

TESTI
3.7/5
MUSICA
3.2/5
ORIGINALITA'
3.5/5

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