- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 11/01/2023

Ormai siamo abituati a vedere rapper definiti “La nuova promessa del rap italiano” finire nel dimenticatoio nel giro di pochi mesi: risulta sempre più difficile azzardare una scommessa su chi sarà il prossimo nome ad imporsi sulla scena. Ma chi ha puntato su Geolier negli anni scorsi può ritenersi soddisfatto della sua vittoria: fin dal singolo d’esordio “P Secondigliano” il giovane classe 2000 ha mostrato un talento fuori dal comune, e i big che hanno collaborato con lui sono la dimostrazione del rispetto nutrito nei suoi confronti.
“Il coraggio dei bambini” arriva dopo più di tre anni dal disco precedente – un’era geologica per i tempi moderni – e si sa che “il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista”. Sì, perché se con il primo lavoro c’è la fame, la voglia di emergere e di spaccare, è facile perdere la rotta con il lavoro successivo.
Per fortuna questo non è il caso di Geolier, che propone al grande pubblico un progetto rappato interamente in dialetto in cui racconta una Napoli piena di contraddizioni, simile a quella di Gomorra, ma più autentica e veritiera. A dare man forte al padrone di casa ci pensano le produzioni di Dat Boi Dee: anche lui si conferma uno dei produttori più talentuosi e versatili della nuova scena, e per rendersene conto basta ascoltare tracce come “X Caso” con Sfera Ebbasta, “NAPO****NO” o “Non ci torni più” con Paky.
Diciotto brani per un totale di cinquanta minuti di ascolto: grazie a diversi ospiti – tutti di spessore – e alcuni produttori chiamati a supportare Dat Boi, il disco risulta vario in ogni suo aspetto e riesce ad essere scorrevole. Il dialetto napoletano? Non è un problema, perché il flow e l’energia non conoscono barriere linguistiche, ed in rete è facile trovare già tutti i testi tradotti.
Traccia preferita: In trappola
Tags: geolier, IL CORAGGIO DEI BAMBINI, rap italiano, recensione