- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 25/04/2020

A quasi tre anni di distanza dalla release di “Mezzanotte”, suo quinto album in studio, torna sul mercato discografico Ghemon: “Scritto nelle stelle” ha infatti visto la luce lo scorso 24 aprile, dopo svariati rinvii dovuti alla pandemia che ha costretto diversi artisti a rivedere i propri piani.
Undici brani, che ci dipingono l’attuale situazione emotiva e psicofisica dell’ artista avellinese: Ghemon decide così di non affidarsi ad alcuna collaborazione, proprio per conferire un’impronta più personale all’intero progetto edito dagli amici di Carosello.
L’album si apre con l’introspettiva e riflessiva “Questioni di principio”, che non esula nel porre delle velate critiche nel rispetto delle sue abilità e potenzialità, spesso sottostimate; segue “In un certo qual modo”, dove urban pop e dance si fondono in un sentito ringraziamento diretto alla persona amata, la cui vicinanza si rivela fondamentale nelle avversità.
In “Champagne” Ghemon rispolvera il suo vestigio Hip-Hop, “festeggiando” ironicamente per non aver approfondito una determinata relazione; la pop vintage “Due settimane” si mantiene su uno stile incalzante e piacevole, raccontandoci la fatica dell’autore nel tenere il passo nel rapportarsi con una persona più giovane.
In “Cosa resta di noi” lo stile old school ci ricorda il primo Ghemon: anche in questo caso l’artista rimembra svariate peculiarità di una storia giunta al termine, approfondendone alcuni dettagli; “Inguaribile e Romantico” placa i toni dell’intero progetto, grazie all’ausilio di un’intensa ballad, che si ripete in chiusura con la riflessiva “Un’Anima”.
“Buona stella” è un interessante brano funky pop, nel quale l’artista ci sciorina le abitudini di una vita sregolata; “Io e Te” si lascia invece trascinare da sonorità più urban, e va ad esaltare i pregi di una coppia: “Un vero miracolo” ne è il naturale prosieguo, condito da una maggiore malinconia.
Chiude l’album un vero e proprio dejavù della carriera di Ghemon: in “K.O.” emerge infatti l’anima rap dell’artista, che dimostra di possedere ancora un’ottima dimestichezza con metriche e flow: le liriche sono di carattere spronativo, ed invitano l’ascoltatore nel persistere nel raggiungimento dei propri obbiettivi.
In conclusione, “Scritto nelle stelle” si può considerare decisamente un buon prodotto: lo stile urban soul di Ghemon si dimostra quanto mai efficace e attuale, grazie anche alla successione di brani meno lacrimevoli del solito che ci raccontano un periodo della vita dell’artista che pare alquanto positivo.
TRACCIA PREFERITA: IO E TE
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Tags: ghemon, recensione, scritto nelle stelle