- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 01/06/2022

A quasi tre anni di distanza dalla release dell’extended play “Noi poveri cristi”, contenente sei brani, torna sul mercato discografico con un progetto più corposo Giuseppe Zoccali, artista di origini calabresi che mira a riaffermare le proprie radici tramite un’opera peculiare, a tratti immersiva.
In “‘Na Vota Sula”, nome del nuovo lavoro di Zoccali, è infatti facile entrare nell’ eccentrico mondo dell’autore e lasciarsi andare alle divagazioni che vengono percepite dalla mante durante l’ascolto: la ballad sentimentale “Statti cu mia” sorprende proprio per l’attitudine sofferta della voce di Giuseppe, supportata magistralmente nel ritornello dalle tonalità quasi eteree toccate dalla performance di Giovanna Lubjan. Il successivo intermezzo, replicato anche in prossimità della conclusione, pone al fruitore finale delle riflessioni sul canto, concettualmente molto immediate, mentre con “Leva Leva” si riavvicina al suo background, grazie alla commistione tra country, folk e musica popolare.
Audace, nel testo come sonorità, la successiva “Sanpavularu”: il ritmo della tarantella e l’incalzante marranzano ci trasportano in Sicilia e ci intingono con gradualità nel peccato e nella tentazione, tramite liriche che ricordano lo stile di Vinicio Capossela; anche la successiva “Mafia e Parrini”, brano di 50 anni or sono della cantastorie sicula Rosa Balestreri, ha chiari tratti caratteristici isolani, interpretati magistralmente e con intensità da Zoccali.
La strumentale “Sacch’imazza” ci introduce in “Luntana terra”, spassionata dedica alle proprie origini; segue la titletrack del progetto, forse il pezzo in cui il coinvolgimento emotivo dell’autore è più tangibile: in “‘Na vota sula” si percepisce tutta la passione dell’artista, che riesce a trasmettere la focosità tipica dell’ uomo del sud.
Le mistiche sonorità di “I ciangituri di San Vito” ci portano all’atto conclusivo di questo lavoro: in “‘Na bella jurnata” l’ artista invita ad apprezzare maggiormente le nostre esistenze in quanto tali, coadiuvato da un magistrale accompagnamento di chitarra.
A proposito di ciò, gran merito va dato al maestro Luca Francioso per la meticolosità con cui ha curato la produzione artistica dell’intero lavoro, che gli ha permesso di sfoderare le sue clamorose qualità da polistrumentista.
“”Na vota sula” è un album che, pur mantenendo un espressione folklorica, riesce a farsi apprezzare per l’ intensità emotiva Impressa dall’autore: un viaggio appassionato, caratterizzato principalmente dall’utilizzo mai ostico del dialetto calabrese e plasmato su una componente musicale di altissimo livello.
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