- per Antonio Contu'
- in Novità
- on 17/12/2022

Articolo a cura di Ruggero Gambino
Anche a Catania riparte la stagione degli spettacoli dal vivo e non poteva farlo meglio di così: in occasione degli XX Days, lo scorso 8 dicembre Giorgio Poi e la sua band si sono esibiti ai Mercati Generali, dando vita ad una serata davvero intima e memorabile.
Prima di entrare nei dettagli del concerto, non si può non fare una menzione particolare per il luogo in cui esso ha avuto luogo. I Mercati Generali sono un circolo culturale che si trova fuori dal caotico centro storico di Catania, più precisamente nella zona della Contrada Iunghetto. Inizialmente, la lunga distanza percorsa, gli immancabili errori nel percorso di Maps e il fatto di trovarmi in delle strade un po’ sperdute mi avevano causato non poco scompenso. Personalmente non vi ero mai stato prima di quel giorno, ma ne sono rimasto affascinato dalla sua atmosfera.
Di persone ce n’erano, anche parecchie se pensiamo che la sala era già strapiena ancora prima che arrivasse l’artista. Eppure, in qualche modo non si era creata nessuna fila estenuante o alcun tipo di disordine, permettendomi di godermi a pieno la forte aria di intimità e di serenità che aleggiava tra le chiacchiere del pubblico non appena fatto il mio ingresso.
Tornando allo spettacolo, perfettamente in orario si presenta per l’apertura Claudio Palumbo, cantautore catanese. Sale sul palco da solo, accompagnato da una chitarra un po’ scordata che, però, ben ci sta con il repertorio cantato/urlato con cui è riuscito a conquistare la simpatia dei presenti in sala con autoironia e tanto carisma, sopperendo così anche alla mancanza di un gruppo di supporto.
Al termine della sua performance, sotto il palco ormai non è rimasto spazio per nessuno, al punto che alcuni si sono ritrovati a prendere posto nel terrazzino posto prima della stanza o, addirittura, sulle scale e i manici adiacenti.
Non passa molto prima che il grande ospite faccia il suo ingresso sul palco. Inizia, dunque, il live di Giorgio Poi. Si presenta con “Gommapiuma”, ovvero la prima traccia strumentale tratta dall’omonimo ultimo LP pubblicato dall’artista, il quale, piuttosto che dare il via allo show con la sua voce, lo fa suonando il sassofono tra gli applausi delle persone.
Ci dà così un piccolo assaggio delle sue doti musicali, prima di esordire vocalmente e commuoverci con “Barzellette”, gasarci con “I Pomeriggi” e conquistarci definitivamente con “Erica Cuore ad Elica”. Tutte d’un fiato ed eseguite alla perfezione – affermazione che mi tornerà in mente più e più volte fino alla fine del concerto.
Sia per quanto riguarda la band, formata da basso, batteria, tastiere e anche il cantautore alla chitarra, sia per la prestazione vocale di Giorgio stesso, praticamente identica alla versione in studio, l’intero concerto è stato di un livello davvero elevato.
Il resto della scaletta prevedeva sia la quasi totalità dell’ultimo album, che i più grandi successi dei precedenti due “Smog” e “Fa Niente”, oltre alcuni singoli. Mi piacerebbe dilungarmi con descrizioni più precise di ogni singola canzone cantata, ma credo sia meglio per tutti se mi limito a soffermarmi sugli “highlights”.
Tra questi vi è sicuramente “Vinavil”, quasi certamente il brano solista più famoso e di spicco del repertorio di Giorgio Poi, cantata a squarciagola da tutti i presenti e capace di spezzarci a metà il cuore nel suo coinvolgente “drop” finale.
Ho specificato “solista” e “quasi”, poiché l’artista ha deciso di portare anche quelli che, invece, sono i suoi pezzi più noti al pubblico mainstream, ovvero “Missili” e “La Musica Italiana”. In entrambe, il cantautore di Bomba Dischi ha eseguito, oltre alle proprie parti, anche quelle dei due featuring, Frah Quintale e Calcutta, con conseguente esplosione di gioia di chi, suppongo, lo abbia conosciuto proprio grazie a tali fortunatissime collaborazioni.
Rimbombano nelle pareti del club anche gli applausi e gli schiamazzi di riconoscimento ricevuti al termine di “Giorni Felici”, “Stella”, “Acqua Minerale”, “Ossesso” e “Tubature”, la quale, tecnicamente, avrebbe dovuto chiudere lo spettacolo, senza encore previsti. La folla, però, ha poi “costretto” a suon di cori, Giorgio e la band al tanto richiesto bis, in questo caso di “I Pomeriggi”, cantata con ancora più foga sia da noi spettatori che dal suo autore sul palco.
A dire il vero, mi sembra un po’ ingiusto citare solo alcune canzoni piuttosto che altre, ma forse è meglio che io lasci a voi il gusto di scoprire ed apprezzare dal vivo quelle che non ho menzionato. D’altronde, mi è risultato già parecchio difficile spezzettare e analizzare come ho fatto finora quello che, in realtà, è stato un concerto caratterizzato da un unico flusso di emozioni tanto diverse tra di loro, ma condivise a pieno nell’intimità dei Mercati Generali.
Giorgio Poi e la sua band sono stati molto molto bravi soprattutto in questo: costruire umilmente con la propria musica un forte legame empatico con il pubblico, come confermato, infine, dai numerosi complimenti – più che giusti e meritati – a loro pervenuti nel tradizionale scambio di foto e di timide conversazioni post-concerto, avvenuto anch’esso in un clima amichevole davvero unico. Un’esperienza così coinvolgente che quasi facevo fatica a far girare la chiave d’accensione della mia auto, poiché rientrare a casa sarebbe significato porvi fine, ma, ahimé, non ho potuto fare altrimenti.
Tags: Catania, Giorgio Poi, Mercati generali