- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 14/06/2021

L’artista classe ’94 Stefano Tamburini, in arte Istmo, ci presenta “Fauna umana”: un mix di chitarra, tastiera e basso, che ci dipinge una realtà extra terrena frutto di suoni ibridi e irreali.
Viene infatti data molta rilevanza ai dettagli del suono, che accompagna un auto analisi e una critica alla “Fauna umana” che ci circonda: un progetto contemporaneo, quasi futurista, maturo e ben ponderato, che si concentra in particolare sulla velocità evolutiva di un mondo che non permette mai di fermarsi. Questa è “Santa Margherita”, un gran caos in mezzo alle decisioni e alle scelte del quotidiano: un “Definire=Limitare” continuo, che s’ innesca coinvolgendo in prima persona gli istinti carnali degli esseri umani.
Un discorso, quello di Istmo, che incomincia come le più belle storie: “Quella volta” che, ma che alla fin fine non conduce al tanto agognato lieto fine, lasciando solo tanti perché non detti.
Un album contemporaneo che punta molto su basi tecniche e direi virtuali, che incorniciano testi intelligenti fatti di storie comuni ma raccontate da un punto di vista ben preciso e che permette perfettamente d’ immedesimarcisi. Probabilmente si sente solo la mancanza di quell’energia più frizzante che si separi un po’ dal gruppo, ma nel complesso “Fauna umana” è un essere trasportati in una storia, un lavoro ben curato e sicuramente originale.
TRACCIA PREFERITA: Quella volta
Tags: Fauna umana, Istmo