- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 25/09/2020

Il nuovo album di Jamil s’intitola “Rap Is Back”, progetto completamente autoprodotto dall’artista italo – iraniano che arriva a due anni dal successo di “Most Hated”, suo secondo progetto inedito.
Accompagnato da tanti proclami e da un hype decisamente elevato, “Rap Is Back” fatica a giustificare il titolo del progetto: nelle dieci tracce il 29enne artista conferma un flow caparbio, che si perde però nelle solite tematiche da eterno perseguitato che non si è mai venduto.
Jamil continua ad autoprodursi, si monta i video, cura la sua stessa promozione e si ritiene migliore della maggior parte della scena: concetti che vengono ribaditi dai suoi esordi e che speravamo di incontrare meno frequentemente in “Rap Is Back”, a favore magari di una maggiore introspezione.
C’è comunque spazio anche per qualche brano più intimo ed addirittura passionale, ma dalla linea melodica del rapper traspare pochissima emotività: nonostante gli innumerevoli extrabeat la voce di Jamil appare troppo standardizzata, un limite che il rapper si trascina da sempre.
Tra le produzioni c’è tanta trap, ma zero autotune: anche in questo caso Jamil rimane fedele alla linea dei precedenti progetti, cercando così di smarcarsi dalla consuetudine dei progetti dei colleghi.
Insomma, non possiamo registare passi in avanti rispetto a “Most Hated”, anzi: speriamo che il futuro porti a Jamil un pò di serenità interiore, così da trovare nei suoi testi argomentazioni più svariate e meno livore nei confronti di ciò che lo circonda.
TRACCIA PREFERITA: MY LIFE
Tags: Jamil, Rap is back, rap italiano, recensione