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Leon Faun – C’era una volta [RECENSIONE]

Leon Faun, pseudonimo di Leon de la Vallée, è un rapper romano classe 2001. Grazie ai dischi di Eminem comincia a scrivere i primi testi già a 12 anni, provando poi a pubblicare i primi brani su YouTube nel 2015 con il nome di LYO. La sua prima grossa occasione arriva nel 2018, quando partecipa all’Arcade Army Records con il brano “Animus”, gareggiando contro altre nuove promesse della scena attuale come Madame.
“C’era una volta” è l’album di debutto del rapper, al cui interno possiamo notare le influenze di un artista in grado di distinguersi per il flow variegato, l’ironia e le linee melodiche che in alcuni casi ricordano quelle di Post Malone (“Camelot”, “Freddie Vibes”, “Occhi Lucidi”). Questi aspetti permettono a Faun di mascherare la malinconia di fondo presente in brani come “Alla Luna” o “Le mie note”: il suo modo di fare giocoso alleggerisce le tematiche trattate, permettendogli di creare strofe riflessive facili da seguire, ed eliminando la pesantezza di fondo tipica delle tracce intime e dei flussi di coscienza. “Ricordi Bui” riesce a riassumere l’intento del progetto, dopo un intro cupo in cui la voce dell’artista rimbomba nella testa dell’ascoltatore ed una pausa del beat lo separa dalla frenesia lirica e musicale dell’unica strofa.
Leon è riuscito a evolversi senza snaturarsi: le differenze con le tracce d’inizio carriera sono evidenti, ma il ragazzo ha saputo comunque mantenere intatti i propri punti di forza anche per merito del suono di Duffy, suo fidato collaboratore che ha curato interamente le produzioni del disco e che aiuta il rapper a distinguersi ulteriormente. Le ritmiche della trap sono mescolate ad atmosfere leggere e divertenti, che accentuano l’umorismo delle rime dando modo a “C’era una volta” di distinguersi dai lavori mainstream.

TRACCIA PREFERITA: Ricordi

TESTI
3.7/5
MUSICA
3.7/5
ORIGINALITA'
3.5/5

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