- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 26/09/2023

Luciano Ligabue, fin dal suo esordio sulla scena musicale italiana avvenuto nell’ormai lontano 1990, è sempre riuscito a creare un vero e proprio culto attorno alle proprie canzoni.
A tre anni di distanza dall’uscita di “7”, il suo ultimo album, il rocker di Correggio è tornato nuovamente sulle scene con il nuovo disco “Dedicato a noi”: undici brani, per proseguire l’incanto che ha da sempre accompagnato le sue produzioni.
Le nuove canzoni, infatti, saranno senza dubbio in grado di elettrizzare per l’ennesima volta i fan storici dell’artista: non manca l’amore, la malinconia e lo stile classico del Liga, assolutamente impossibile da confondere. Alcuni pezzi sono profondamente toccanti: da “Chissà se Dio si sente solo”, dove la paura è la protagonista, sviscerata in ogni forma e dimensione, dalla visione esistenziale a quella più pragmatica della vita di tutti i giorni, passando dall’amore tenero di “La metà della mela” che racconta il sentimento, spesso protagonista dei suoi componimenti, con maestria e gran classe.
Si arriva poi a brani riflessivi e dal retrogusto malinconico come “Riderai”, quasi un messaggio ai giovani per non soffermarsi sul dolore attuale, ridimensionando i problemi che si possono vivere sotto un punto di vista diverso e più ampio; vi sono poi pezzi intimi e altrettanto toccanti come “Stanotte più che mai”, dove si racconta quanto l’amore e i sentimenti possano accompagnarci nell’affrontare la vita, trovando un partner che non giudichi i nostri dolori ma che, semplicemente, ci aiuti ad affrontarli con coraggio e vicinanza: liriche che ci insegnano a lasciarsi andare e credere sempre nell’amore, nonostante tutto.
Ligabue è tornato in scena con la sua grinta inconfondibile, l’anima rock e la forza graffiante della sua voce, che tanti hanno imparato ad adorare: “Dedicato a noi” dimostra nuovamente quanto Luciano abbia ancora da regalare alla musica italiana.
Traccia preferita: “Stanotte più che mai”
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