- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 13/07/2022

Il rapporto fra Luchè e Paky potrebbe essere equiparato alla trama di un film. Lo stesso Paky ha caricato su Instagram un video risalente a cinque anni fa, in cui era in prima fila ad un live di Luchè intento a cantare i suoi pezzi: i suoi occhi rimangono costantemente fissi sull’artista, traviati dalla passione che lo ha portato in prima fila per assistere allo show. Probabilmente mai avrebbe immaginato che a distanza di qualche anno proprio lui avrebbe cantato una strofa in un suo pezzo, uscito pochi giorni fa ed intitolato “Che Stai Dicenn”.
Un singolo caratterizzato da un linguaggio sporco, perfetto per descrivere la vita del rapper, fra strada e guadagno: dall’affronto alla nuova scena attraverso frasi più o meno dirette ai giovani senza una reale attitudine, all’ostentazione della propria ricchezza, ottenuta attraverso il l’hip-hop. Paky arriva sulla base con il suo stile tagliente e burbero, oltre che estremamente real; la determinazione è caratteristica dello slang utilizzato dai due artisti, che senza peli sulla lingua attaccano tutti gli “opps”, dagli haters agli infami. Dal consiglio di Paky di non presentarsi a Napoli con un Rolex per motivi brutalmente esplicitati, all’attacco di Luchè ai crypto-guru convinti di arricchirsi esclusivamente leggendo libri di economia, il brano presenta un escalation di situazioni che ironizzano sulla società moderna, in maniera cruda e diretta.
“Che Stai Dicenn” è questo: una violenta risposta offerta al pubblico per raccontare sfaccettature diverse, ma tremendamente oneste della loro vita.
Fra spaccio e morte, fra luci e ombre del capoluogo campano, Luchè torna con un nuovo singolo dopo l’album “Dove Volano Le Aquile”: vedremo se i suoi prossimi progetti saranno in parte sperimentali come il disco o più virati al recupero di vecchie influenze, ugualmente intramontabili.
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