- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 17/09/2021

“Cantera Machete, Vol. 1” è un progetto nato da un contest ideato da Machete Empire, presentato su Twitch, dove oltre diecimila partecipanti hanno mostrato il proprio talento. In palio, per i primi tre classificati, l’opportunità di girare un video ciascuno e per il primo classificato anche quella di avere un brano inedito pubblicato dalla Sony Music/Columbia. La competizione è stata agguerrita, tanto che dopo la scelta del vincitore, Gori, sono stati selezionati altri dieci rapper per dare vita a quest’album insolito e particolare, che probabilmente servirà da trampolino di lancio per alcuni di loro.
L’album contiene quindi undici tracce eseguite da undici artisti, in cui ognuno di loro apporta il proprio contributo per merito di tante differenti personalità: troviamo così una diversità di suoni e flow, che amalgamandosi permettono a ogni partecipante di esprimersi al meglio. In “Baing Baing” Ince mostra il suo estro su un beat latineggiante, giocando in maniera sapiente con la voce e creando un ritornello accattivante che rimane impresso dopo pochi ascolti; Jani in “Click Clack” e Pit in “1,2,3” mantengono alto l’interesse grazie al carisma invidiabile, mentre “Rivincite” interrompe la frenesia caratteristica dei brani precedenti. La produzione assume sfumature R&B ed è valorizzata dalle linee melodiche di Zoelle, permettendo poi a Gioac e Spika di seguire la stessa impostazione nelle rispettive “Morto a galla” e “Untitled”.
La forza del disco sta nell’aver puntato unicamente sul talento di personaggi ancora sconosciuti al grande pubblico, senza ricorrere a dubbie strategie di marketing o facendoli affiancare da nomi altisonanti. L’idea di fondo è quella di dare una possibilità a chi ancora non l’ha avuta, adattando il percorso fatto dai ragazzi di Machete dieci anni fa al 2021, e dimostrando che se una persona ha talento – a prescindere dalla provenienza o dall’età – è giusto valorizzarla a dovere
TRACCIA PREFERITA: Morto a galla
Tags: Cantera Machete, Machete, rap italiano, recensione