- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 07/09/2021

Madame e Sfera Ebbasta sono due artisti lontani tra loro, ma con un punto in comune: entrambi, dal loro esordio, hanno stravolto il rap game. Definire Madame una rapper, però, è riduttivo: la giovane vicentina classe 2002 si è fatta notare sia per le doti canore che di scrittura, e nell’edizione di quest’anno del Festival di Sanremo la critica ha riconosciuto il suo talento conferendole il Premio Lunezia e il Premio Bardotti. Il suo stile delicato e gli argomenti trattati sono più vicini all’R&B, ma dato che negli ultimi anni, soprattutto in America, i due generi sono diventati quasi una cosa sola, l’inclusione di Madame nella scena rap non è del tutto errata.
“Tu mi hai capito ” è la prima collaborazione tra i due artisti, ed il risultato è quanto di meglio si possa sperare. La produzione curata da Charlie Charles e Bias crea un’atmosfera calma e riflessiva, permettendo ai due autori di sfogare il proprio disagio riguardante l’essere accettati dal prossimo. Nelle strofe Madame e Sfera hanno due visioni differenti: la prima si rivolge a un ragazzo che ha capito i tratti della sua personalità e gli chiede di starle affianco nei momenti di smarrimento, mentre il rapper di Cinisello Balsamo, al contrario, non è del tutto sicuro di aver trovato la persona giusta, e preferisce allontanarla per evitare una possibile delusione.
Il testo è il grido disperato delle nuove generazioni, bistrattate e spesso ignorate dalle precedenti. Con l’emergenza Covid i ragazzi sono stati vittime delle polemiche più disparate: dal menefreghismo per la pandemia, alla poca voglia di mettersi in gioco per cambiare il loro futuro.
La coppia Madame e Sfera Ebbasta è riuscita ad incanalare la rabbia di migliaia di ragazzi e di riversarla all’interno un brano che è letteralmente un pugno nello stomaco, soppesando bene ogni parola ed eseguendo il tutto con una passione e potenza in grado di scuotere gli animi degli ascoltatori.
Tags: Madame, rap italiano, recensione, Sfera ebbasta
Una risposta.
Un inno al mal di pancia.