- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 05/11/2020

A circa un anno dalla release dell’ EP “Babel” in collaborazione con Easyman è uscito “Ritorno al Futuro”, il nuovo album del rapper brianzolo Mailand.
Un progetto che è un concept artistico assai sui generis: i 10 brani evocano un’ambientazione tipica dei film fantascientifici degli anni ’80, in cui si ipotizzava (e si sperava) un futuro diverso dal presente.
I testi sono accesi da una ritmica prettamente rap, caratterizzata da frasi taglienti e rime efficaci, le quali poggiano su un substrato musicale che unisce diversi generi spaziando da beat tipici della trap fino a un sound più hip-hop old-school.
Ciò che rende omogeneo il tutto è la costante presenza di suoni sci-fi tra le diverse tracce, nelle quali compaiono anche dirette citazioni all’omonimo film “Ritorno al Futuro” che arricchiscono di elementi cinematografici l’intero lavoro.
Quest’album, grazie a tutti questi riferimenti agli anni 80, risulta facile all’ascolto e riesce, infine, a trasmette un’atmosferica nostalgica perfettamente coerente al concept scelto dall’artista. L’unica pecca è che, a causa della sovrabbondanza di progetti che attingono al mood e all’atmosfera di quegli anni, “Ritorno al Futuro” non riesce a brillare di originalità, ma rimane comunque un buon album da ascoltare.
TRACCIA PREFERITA: MELTING BOT
Tags: Mailand, recensione, Ritorno al futuro, Una psicostoria