- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 07/10/2022

L’inizio di un percorso parallelo da solista dopo una lunga carriera come componente di una band è uno scenario ormai piuttosto noto nella storia della musica. Ciò, però, può apparire al quanto inusuale se l’esordio in questione dovesse avvenire a 56 anni, dopo 36 di questi già pieni di successi che lo hanno reso una vera e propria leggenda dell’alternative rock italiano.
È proprio questo il caso di Manuel Agnelli, storico frontman e cantante degli Afterhours, che ha da poco pubblicato il suo primo album in proprio, “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
Come svelato dall’artista stesso, il disco è nato nel corso del lockdown, quando l’essere ingabbiati dentro casa, paradossalmente, gli ha concesso maggior libertà sia in termini discografici che puramente musicali. Suonando qualsiasi strumento avesse a disposizione e scrivendo senza particolari pressioni o scadenze, una volta tornato in studio si è accorto di come il risultato andasse già bene così e di come non sentisse la necessità di farlo replicare da altri musicisti. Di qui, la scelta di non pubblicarlo come progetto degli Afterhours.
Ascoltando le varie tracce questa caratteristica è immediatamente percettibile: fuggendo dagli schemi, Manuel Agnelli ha ritrovato la passione verso un tipo di scrittura più istintiva e priva di filtri. Ne è un perfetto esempio “Proci”, meravigliosa nella sua esplicitezza, in cui viene posto all’ascoltatore il punto di vista dell’artista riguardo svariati temi, con la mediocrità e lo squallore a far da minimo comune denominatore: una sorta di delirio, simile ad un monologo teatrale per certi versi, accompagnato da un pianoforte impazzito e da delle potenti percussioni che scandiscono freneticamente il tempo.
Fra le altre, spiccano “Signorina Mani Avanti”, “Lo Sposo sulla Torta” e soprattutto, per profondità e critica sociale, “Severodonetsk” (a cui si collega, ovviamente, “Guerra e Popcorn”): un’aspra critica a come si ponga più attenzione ai dettagli di geopolitica piuttosto che alle reali vittime della vicenda in Ucraina, le persone e i diritti umani.
TRACCIA PREFERITA: “Proci”
Tags: Ama il prossimo tuo come te stesso, Manuel Agnelli, recensione