- per Antonio Contu'
- in Recensioni
- on 30/05/2023

Adesso le cose sono cambiate radicalmente, ma dieci anni fa Maruego fu il primo a proporre un certo tipo di sonorità e fu il primo a mescolare l’italiano con l’arabo. L’amore per le sue radici traspare da sempre: essere marocchino ha permesso al rapper di elaborare tematiche classiche del rap in maniera diversa, e di tentare nuove soluzioni grazie all’uso di parole straniere utilizzate come fossero slang.
A due anni di distanza dal suo ultimo progetto, Maru ci propone “Disco Raï”: il titolo è un riferimento ad un genere di musica nato in Algeria, che con il tempo si è diffuso in tutto il Marocco, e le sonorità tipiche di questa musica sono state riprese all’interno di questo breve EP di cinque tracce.
Ad anticipare il lavoro ci hanno pensato “7ela” e “CDMN”: il titolo del primo brano in italiano potremmo tradurlo come “confusione”, “casino”, e la traduzione ricalca il mood del brano, con una produzione movimentata e delle strofe che riprendono lo stile confusionario; il secondo, invece, è l’acronimo di “Casa Di Mia Nonna”, dove Maruego si perde nei ricordi di quando, da piccolo, i suoi genitori lo mandavano in Marocco a passare l’estate.
Le parole usate per descrivere la povertà del Paese, le giornate passate con il cugino, hanno un che di amaro e nostalgico allo stesso tempo, e confermano come Maruego sia uno dei pochi rimasti realmente con i piedi per terra. “Lampedusa” si collega alla traccia precedente, trattando ancora una volta il tema dell’immigrazione – tra i preferiti dell’artista.
Il ritorno di Maruego convince e mette in luce la sua voglia di continuare a sperimentare e proporre costantemente materiale nuovo e originale. La scelta di fare un EP senza featuring dopo anni di silenzio è stata una mossa coraggiosa, ma se ci riflettiamo, chi si sarebbe adattato così bene a “Disco Raï”?
Traccia preferita: 7ela
Tags: Disco Raï, Maruego, rap italiano, recensione