- per Antonio Contu'
- in Novità
- on 22/01/2022

Abbiamo intervistato pochi giorni fa Massimiliano Tufo, giovane cantautore calabrese fuori da esattamente una settimana con il nuovo singolo, “Seconda mano“. Ne è uscita una chiacchierata molto profonda, in cui emerge tutta la personalità di un artista tanto sensibile quanto desideroso di rimettersi in gioco.
Ciao Massimiliano, benvenuto su Primo Ascolto.
È disponibile da pochissimi giorni “Seconda Mano”, un pezzo che pur mantenendo peculiarità sentimentali denota una maggiore determinazione nel tuo atteggiamento fin dalle prime battute: possiamo affermare che le tue insicurezze si sono trasformate in una maggiore consapevolezza?
Ciao ragazzi!
Sì, purtroppo non è facile nella vita accettare determinate dinamiche, ma ad un certo punto è necessario prendere coscienza di quello che si è e del punto a cui si è arrivati.
“Seconda mano” è sicuramente uno dei brani dove, di più, ho cercato di dire basta a quelle che da tempo sono una mia forte debolezza: l’amore, e soprattutto la dipendenza dalle persone.
È un po’ come dire basta a me stesso, riprendersi per mano ed avere il coraggio di dire basta, il coraggio…
Prima dell’intervista abbiamo ascoltato il tuo album di debutto (intitolato, appunto, “Le mie insicurezze”, ndr) risalente a due anni e mezzo fa: un progetto caratterizzato da rimpianti, nostalgici ricordi ed una spiccata introspezione.
A pochi mesi dalla pubblicazione, purtroppo, è scoppiata la pandemia: quanto ne ha risentito la tua forte emotività?
Sicuramente tanto “Le mie insicurezze” è una raccolta dei primissimi brani che ho scritto, che poi probabilmente sono quelli più sinceri. Ho cercato, nel tempo, di coltivarli, ma, tra tutte queste situazioni, non siamo riusciti a trovare lo spazio giusto per i brani ed una loro evoluzione artistica.
Resta il fatto che comunque il tempo scorre per tutti, ed anche in questi due anni così complicati, non ci siamo fermati. E “Seconda mano” è solo l’inizio di una raccolta di consapevolezza che sfocia in nuove debolezze, ma ora del tutto diverse da quelle precedenti, più decise, più solide.
Ti sei radicato, giovanissimo, a Roma: quanto è stato difficile ambientarsi in una realtà completamente diversa da quella in cui si è cresciuti?
Tanto, e quello è stato il motivo per cui ho iniziato a scrivere e cantare, poi una relazione a distanza e le difficoltà universitarie hanno contribuito a rendere la musica per me una vera dipendenza, ed obbiettivo di vita.
Voglio che tutte le persone che soffrono il peso della quotidianità non si sentano mai sole con la mia musica, e che possano contare su di me ogni volta che vorranno.
Il tuo è un cantautorato tanto passionale, quanto energico e sincero: rimanendo in ambiti nostrani, quali sono gli artisti che hanno influenzato maggiormente il tuo modo di approcciarti alla musica?
Sicuramente e dico unicamente Sarcina, uno delle ultime vere rock/pop star italiane.
Cavolo raga, il suo modo di essere così sincero ed allo stesso tempo emblematico è qualcosa di unico.. penso davvero che ancora adesso Le Vibrazioni meriterebbero molto di più di quello che il pubblico musicale restituisce.
In questi ultimi anni il tuo percorso discografico ha dovuto inevitabilmente rallentare la propria corsa. Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro artistico di Massimiliano Tufo?
Mi sto riscoprendo, ed il vero problema è che mi riscopro molto più nudo e diretto, e per me non è più un problema. Spero davvero possa tornare al più presto la dimensione live, perché penso sia lì la mia casa ed il mio habitat naturale, ma se, nel frattempo, qualcuno vuole, facciamo qualche piccolo concertino privato…!
Tags: intervista, Massimiliano Tufo